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Strage di Vittoria, ergastolo definito al boss di Mazzarino

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Mazzarino – Carcere a vita per il capomafia di Mazzarino. Così lo hanno etichettato gli inquirenti. Verdetto che è stato confermato in questo terzo e ultimo passaggio in aula.

Ergastolo per il reggente di Cosa nostra mazzarinese, Salvatore Siciliano – difeso dagli avvocati Ernesto Brivido e Giorgio Vianello – chiamato in causa per la strage di Vittoria.

Così come chiesto dalla procura generale è stato ribadito il precedente pronunciamento emesso in appello  nel dicembre dello scorso anno. Esattamente, come al termine del primo grado, nel luglio di quattro anni fa.

Secondo la tesi accusatoria  Siciliano avrebbe messo a disposizione di Cosa nostra uomini del clan di Mazzarino per quella missione di morte che  sarebbe stata voluta e ordinata dai clan Piscopo ed Emmanuello di Gela, acerrimi rivali della Stidda di Vittoria legata a Carmelo Dominante.

Nell’eccidio, scattato il lontano 2 gennaio del 1999, hanno perso la vita Angelo Mirabella indicato come a capo del clan della stidda di Vittoria. Con lui, in quella missione di morte, sono stati uccisi due presunti affiliati al gruppo Dominante, ossia Rosario Nobile e Claudio Motta.
Ma sotto il fuoco del commando sono caduti anche Salvatore Ottone e Rosario Salerno, due giovani che nulla avevano a che vedere con dinamiche mafiose.

Ad animare quella guerra sarebbero stati interessi economici legati agli affari sporchi e la voglia di predominare  su  quella fetta di territorio contesa tra la mafia gelese e quella vittoriese.

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