Caltanissetta – Per un paio di giorni lo aveva tenuto sotto le coperte, nella stessa cella, senza che nessuno si accorgesse della sua morte. Ad ucciderlo sarebbe stato proprio il compagno di cella che, adesso, è stato condannato a vent’anni di carcere. Tanti quanti ne ha chiesti l’accusa.
La vittima è il sessantenne gelese Paolo Costarelli ucciso al carcere di Caltagirone nel dicembre di due anni fa. E per il suo omicidio è stato ritenuto colpevole l’allora compagno di cella, il quarantacinquenne Salvatore Moio che ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato.
Lui che, peraltro, poi avrebbe anche ammesso di avere strangolato la vittima. E avrebbe agito per questioni di convivenza tra loro in quei pochi metri quadrati di cella.
La vittima stava estinguendo una breve condanna, mentre l’imputato era in carcere per l’uccisione del suocero. E stava già scontando vent’anni di carcere per quel primo delitto. Dovrà anche risarcire i familiari dell’ucciso secondo l’entità che poi verrà stabilita in un procedimento a parte.
Così quel giorno Moio avrebbe strangolato il suo compagno di cella. Ma per ben due giorni nessuno si sarebbe accorto di nulla. Una stranezza in più che aleggia su una vicenda che i familiari della vittima hanno sempre ritenuto punteggiata da troppi passaggi ombrosi.