Caltanissetta – L’accusa è di avere diffamato un allora ex consigliere comunale appendendo uno striscione dinanzi un noto locale. Per una vicenda che s’intreccia con un’altra storia legata a strascichi giudiziari relativi alla realizzazione di alcune villette. E, in quel caso, con l’attuale parte civile nella veste, invece, d’imputato.
Circostanze che sarebbero correlate e che, adesso, hanno fatto finire in giudizio tre nisseni, il cinquantaseienne Salvatore Pastorello, il cinquantaduenne Angelo Gallo, il cinquantaquattrenne Salvatore Vullo e il ventiquattrenne Alessio Lo Dico – assistiti dagli avvocati Michele Ambra, Rosalba Impaglione, Giuseppe Impaglione e Walter Tesauro – chiamati in causa per diffamazione in concorso.
Che si sarebbe consumata ai danni dell’ex consigliere comunale Riccardo Rizza – assistito dall’avvocato Giuseppe Panepinto – ora parte civile e in passato anche commissario straordinario dell’Istituto autonomo case popolari.
E la stessa vittima di diffamazione avrebbe anche subito un’aggressione con tanto di frattura al braccio, ma questo è un aspetto al centro di un’altra indagine che esula da questo procedimento.
La questione diffamatoria, che risale al febbraio di un apio di anni fa, è legata a uno striscione che i tre adesso sotto accusa avrebbero appeso dinanzi un noto locale di Caltanissetta.
«Riccardo Rizza sei un ladro, vergognati e vergogna per chi ti sostiene.. che schifo», la frase riportata su quel grande cartello e rivolta all’ex consigliere .
E le telecamere dell’impianto di videosorveglianza avrebbero immortalato il terzetto mentre affiggeva quello striscione. Così ha preso corpo questo nuovo procedimento.