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Vallone, l’inverno prova a farsi vivo. Termometro in calo ma in campagna fioriture primaverili per temperature anomale

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Mussomeli – L’inverno sembra volerci provare. Dopo che la Befana ha spazzato via la “bella” stagione invernale fine ’22 inizio ’23, portando pioggia, grandine e freddo sin dalle prime ore di lunedì 9 gennaio 2023 nel Vallone, come nel resto d’Italia. Armata di carbone, non già come punizione per le malefatte dell’anno scorso ma come risorsa utile ai poveri Italiani gravati dal costo esoso delle bollette. Che di abbassarsi proprio non ne vogliono sapere. Nè sentire. E c’è già chi pensa alla sopita “brascera”. Da oggetto vintage relegato -qual è stato fino ad ora- nelle taverne delle ville rurali a fare bella mostra di sè magari riadattato a svariati usi estetici. Nonostante il bel tempo di Natale e Capodanno abbia permesso -in qualche misura- di limitare i danni alle stangate di gas e di poter rivolgere il pensiero altrove. Cenone e discoteche. Che per l’occasione hanno registrato sold out in quasi tutti i locali dell’entourage, non solo per la sera del 31 ma anche per il giorno di Capodanno. Pranzo e cena con la famiglia sì -finalmente senza limiti e limitazioni di alcun tipo -se non quelle meramente economiche di cui abbiamo detto- dopo due anni di stop. Ma meglio al ristorante. Visto anche i costi lievitati dei prodotti da supermercato che non prevedono sconti di pena all’emissione dell’infausto scontrino.

Anche se la possente rimonta di correnti d’aria fredda -preannunciate a partire dall’ultimo dell’anno- ad oggi sembrano aver ceduto il passo a temperature lievemente più miti. Confermando un trend termico che continua a risultare ben al di sopra delle medie stagionali. E se la previsioni -quelle metereologiche- gravitano nel limbo dell’incertezza visto l’andamendo irregolare e del tutto anomalo della stagione, di contro quelle per il raccolto -argomento molto caro alla fascia degli agricoltori che costituisce una buona fetta della popolazione lavorativa locale- non sembrano essere per niente felici. “Serve l’acqua”. Quella risorsa fondamentale e a rischio che potrebbe aver già compromesso le semine autunnali. Già Coldirtetti -e non era mai successo!- con la prospettiva di una novembrata di Halloween, con caldo record e assenza di pioggia, aveva messo in guardia gli addetti ai lavori, dai rischi legati alla semina di grano in terreni induriti dall’assenza di precipitazioni.

A soffrire sono però -ad oggi- tutte le colture e l’effetto sarà quello di un’ulteriore riduzione del potenziale produttivo -non solo locale- dopo il taglio generale del 5% già registrato con i raccolti del 2022. E solo facendo un piccolo passo più in là si possono vedere gli effetti degli aranci fioriti. Anche la piante cosiddette selvatiche -come l’asparago- stanno mostrando una fioritura anomala per il mese di gennaio. Tutti effetti di un cambiamento climatico che influenza l’ecosistema tutto. Non ultimo l’equilibrio psicofisico visibilmente compromesso del quale facciamo esperienza quotidiana, dal piccolo borgo alle città metropolitane.

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