Mussomeli – Il problema è antico, il disagio attualissimo. La parola lockdown è da poco entrata nel lessico comune ma nel Vallone blocchi, chiusure e restrizioni alla viabilità sono intralci più endemici che pandemici. Ogni acquazzone che cade sulle poche e pessime trazzere, spacciate per strade, le ricopre di fango, facendo riaffiorare la drammatica quarantena viaria in cui hanno condannato e confinato i paesi dell’entroterra siciliano, con il Vallone paziente zero. A nulla sono valsi gli interventi tamponi che, come l’omologo tampone rinofaringeo, hanno una funzione esclusivamente diagnostica, non terapeutica. E la malattia è nota, una patologica mancanza di strade e manutenzioni che continuano a condannare la provincia nissena all’ignominia di un collettivo arresto domiciliare. Troppi politici hanno fatto strada a spese di un territorio e sulla pelle di una popolazione a cui il diritto di usufruire di strade è sempre stato negato. Una cronica mancanza di arterie di collegamento che ha mandato in necrosi il tessuto produttivo e sociale di un territorio sempre più inaccessibile. Mancano tutte le strade anche la via d’uscita! In trepidante e angosciante attesa che arriva la seconda o terza ondata di maltempo e cittadini imprecheranno, non senza ragione, “Piove, politicanti ladri”.
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