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Affonda all’Ars la «salva-ineleggibili», niente ciambella di salvataggio per il sindaco Catania: il futuro resta legato alla giustizia civile

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Cede la possibile stampella. Quella che avrebbe potuto offrire un appiglio a quattro deputati regionali, tra loro anche il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania, per salvare la poltrona. Già perché la loro permanenza tra gli scranni dell’Ars è stata messa a rischio dal pronunciamento emesso nei giorni scorsi dal tribunale civile di Palermo, che ha condiviso le ragioni dei ricorrenti. Situazione che ha interessato anche il sindaco Catania, del quale il Collegio giudicante ne ha dichiarato l’ineleggibilità per le cariche ricoperte al momento della sua elezione al parlamento regionale siciliano tra le fila di FdI. In particolare quelle di vice presidente del GAL e di sindaco. Il tribunale, infatti, nei giorni scorsi, sciogliendo il nodo, ha accolto il ricorso di elettori gelesi vicini al coordinatore dello stesso partito nella città del golfo, Salvatore Scuvera, anche se l’atto non ha portato la sua firma. Una eventuale destituzione di Giuseppe Catania aprirebbe proprio a Scuvera le porte del palazzo Reale. Già nei mesi scorsi, a novembre, si è ventilata l’ipotesi di una norma «salva-ineleggibili» che poi è saltata. È approdata in aula, a palazzo dei Normanni, nelle scorse ore, ma a sorpresa è stata silurata. Scatenando tensioni nella maggioranza, con l’indice puntato contro franchi tiratori che avrebbero affondato la proposta caldeggiata dai sostenitori del premier Giorgia Meloni. Una ciambella di salvataggio che avrebbe potuto consentire agli attuali parlamentari messi alla porta dalla decisione del tribunale – almeno in questa fase – di non dovere legare il loro destino all’assemblea regionale siciliana affidandosi alla sola giustizia civile. Sotto il profilo concreto, il sindaco Catania, in forza dell’impugnazione del pronunciamento del tribunale, resterà un deputato regionale nel pieno delle sue funzioni fin quando ogni passaggio, sotto il profilo processuale, sarà compiuto fino a giungere al pronunciamento definitivo. Ma la bocciatura della cosiddetta «salva-ineleggibili», insieme ad altri temi nodali, ha aperto crepe nella maggioranza.

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