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La Francia dichiara guerra ai pomodori marocchini

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Parigi – Nel mezzo delle proteste contro il governo e Bruxelles, gli agricoltori francesi dichiarano guerra ai pomodori importati – il 36% di quelli consumati – e in particolare a quelli provenienti dal Marocco. Secondo dati rilanciati dall’emittente ‘Bfmtv’, in soli cinque anni l’importazione di pomodori “Origine Maroc” è cresciuta del 40%, come denunciato dall’associazione di categoria ‘AOPn Tomates et concombres de Francè (pomodori e cetrioli). Per gli analisti, il pomodoro è un piccolo concentrato dei problemi che minano l’agricoltura francese: alto costo del lavoro, mancanza di competitività, visione troppo elitaria del consumatore ed errori nella strategia di potenziamento della qualità dei prodotti “Made in France”. Mossi da questa rabbia, nei giorni scorsi sull’autostrada A7, nei pressi di Montèlimar, decine di agricoltori francesi hanno preso d’assalto camion in provenienza dall’estero e hanno scaricato per strada centinaia di chili di verdure, soprattutto di pomodori, oltre a peperoni, cavoli e melanzane. Nel giugno 2023, in segno di protesta dei produttori locali avevano fatto irruzione in un supermercato Leclerc di Arles (Sud) per incollare etichette con la scritta “origine Maroc” su confezioni di pomodorini ciliegini vendute a 0,95 centesimi. Relativamente stabili tra il 2011 e il 2017 – con una media di 300 mila tonnellate all’anno – le importazioni di pomodori marocchini sono aumentate: secondo i dati doganali hanno raggiunto più di 425 mila tonnellate nel 2022, segnando un aumento del 40% in soli cinque anni. Crescita che è andata a scapito dei pomodori spagnoli, in calo da 10 anni, e soprattutto dei pomodori francesi. La Francia ora importa una quantità di pomodori quasi pari alla sua produzione nazionale. Il Paese è oggi il terzo importatore di pomodori al mondo, dietro a Stati Uniti e Germania. Sicuramente gran parte delle importazioni passano solo dalla Francia (circa 200 mila tonnellate sulle oltre 500 mila annue) e il consumo di pomodori importati è prevalentemente stagionale (da novembre ad aprile). Nonostante tutto, la quota di pomodori importati nel consumo è in aumento, provenienti oltre che dal Marocco anche dal Belgio e dall’Olanda, altri paesi concorrenti. Dal lato marocchino, la Francia è un mercato appetitoso. Il Paese del Maghreb è diventato il terzo maggiore esportatore di pomodori del pianeta e la Francia è di gran lunga il suo principale cliente con il 51% della produzione venduta all’estero, davanti al Regno Unito (19%) e ai Paesi Bassi (11%). I francesi sono grandi consumatori di pomodori e ne acquistano 13,6 kg pro capite all’anno, diventando così la verdura fresca più comprata dalle famiglie. Dal 2012, un accordo di libero scambio tra l’UE e il Marocco consente a quest’ultimo di esportare 285 mila tonnellate di pomodori tra il 1 ottobre e il 31 maggio senza dazi doganali. Questo accordo non è stato rivisto al ribasso nonostante l’uscita del Regno Unito dall’UE, incrementando di conseguenza la quota di pomodori marocchini nel resto del Vecchio Continente. Tuttavia questo accordo non spiega l’entusiasmo dei consumatori per i pomodori marocchini. La produzione francese è diminuita drasticamente a partire dagli anni 2000, soprattutto nel Sud della Francia. Le aziende agricole bretoni – oggi il 25% della produzione – stanno prendendo il sopravvento grazie alla coltivazione in serra e per l’insorgere di malattie delle piante.

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