Caltanissetta – Rischia tredici anni e mezzo di carcere per abusi su un’adolescente. La severa richiesta è stata avanzata nei confronti di un volontario della Croce rossa finito in giudizio perché accusato di avere palpeggiato una tredicenne. In più, in casa, gli sarebbe stato trovato anche materiale pedopornografico.
La proposta di pena pende su un quarantenne nisseno, F.S. – assistito dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo – accusato di violenza sessuale, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico.
Così, in tredici anni e mezzo, girandole al tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, ha quantificato la richiesta di condanna il pm Chiara Benfante tra le righe della sua requisitoria.
E i genitori della ragazzina, così come la stessa Croce Rossa – assistiti rispettivamente, dagli avvocati Simone Lupo e Giuseppe Passanisi – sono costituiti parti civili. E nelle loro conclusioni hanno ricalcato le richieste della procura, chiedendo pure un risarcimento dei danni. Alla prossima udienza toccherà alle difese replicare prima che il Collegio giudicante si ritiri in camera di consiglio per emettere la sentenza.
La vicenda, nel giugno di quattro anni fa, ha fatto finire in carcere il volontario della Croce rossa, sull’onda della querela presentata dai genitori della ragazzina sulla quale, secondo la tesi accusatoria, avrebbe allungato le mani in un campo scout in città.
È stata la ragazzina, poi, a raccontare tutto alla madre e si è messa in moto la macchina investigativa che ha poi fatto scattare la misura cautelare.
Durante la perquisizione in casa, nel suo computer sarebbero stati trovati file dai contenuti pedopornografici. Anche se poi il consulente nominato dalla procura sarebbe giunto alla conclusione che quel materiale sarebbe stato scaricato dalla rete, ma non diffuso.