Caltanissetta – Chiesta la condanna per due dirigenti regionali tirati in ballo per la presunta mala gestio della miniera Bosco Palo di San Cataldo.
È di 16 mesi ciascuno al richiesta avanzata dalla procura nissena nei confronti di felice Crosta, come vice commissario delegato per l’emergenza bonifiche e Dario Ticali titolare della struttura del soggetto attuatore del commissario delegato per bonifiche e risanamento ambientale.
Disastro ambientale e mancata bonifica del dismesso sito minerario le contestazioni mossa nei loro confronti e per le quali hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato dal gup Gigi Omar Modica. Il primo capo d’imputazione sarebbe però già prescritto.
Quelle vecchie miniere, secondo gli inquirenti, sarebbero divenute una vera e propria bomba ecologica a cielo aperto, con accatastamento di materiali pericolosi. Una montagna di eternit in particolare. E poi parecchi scarti di lavorazione. E lo stato di abbandono, negli anni, avrebbe ulteriormente aggravato la situazione con il cedimento di strutture segnate dal tempo e dall’incuria.
Una montagna di rifiuti speciali e pericolosi che si sarebbero accumulati in ben oltre una dozzina di anni – per l’esattezza dal 2001 al 2014 – rendendo la zona assai rischiosa. Questa, almeno, è la tesi dei magistrati.
Ma nel frattempo gli stessi dirigenti avrebbero omesso ogni controllo sullo stesso sito, non avrebbero provveduto alla messa in sicurezza e neanche alla necessaria bonifica. Tonnellate e tonnellate d’amianto sarebbero rimasti all’aria aperta disperdendosi pericolosamente.
Nel procedimento sono parte civile – assistiti dagli avvocati Giuseppe Laspina, Salvatore Sollami e Salvatore Patrì – il Wwf Sicilia, il ministero dell’Ambiente e l’associazione «No Serradifalko».