Gela – Sequestrati beni ritenuti in odor di mafia. Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di tribunale ed eseguito dalla direzione investigativa antimafia,, avrebbe colpito in qualche modo il clan Rinzivillo.
Perché la misura patrimoniale ha riguardato la quarantacinquenne gelese Monica Rinzivillo, cugina di secondo grado dei boss Rinzivillo e il marito, il quarantasettenne Valerio Longo .
La misura segue quella del giugno di due anni fa , su proposta del direttore della Dia, e ha interessato 7 attività commerciali attive nel settore della costruzione, assemblaggio, montaggio e manutenzione d’impianti industriali e chimici di Gela e, ancora, 5 immobili, diversi rapporti bancari e assicurativi e due auto di lusso, due Maserati, per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro.
Marito e moglie, nel dicembre di tredici anni fa, sono rimasti coinvolti, con altri novantuno indagati, nell’inchiesta «Tagli pregiati».
E per questa operazione sono stati poi condannati per associazione mafiosa perché ritenuti imprenditori vicini e al servizio della famiglia Rinzivillo.
Sei anni dopo, nel 2011, Longo è rimasto coinvolto nel blitz «Tetragona» che lo avrebbe inserito in Cosa nostra.
Ora, al fianco della misura patrimoniale, ha imposto la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 2 anni a Longo e un anno a Monica Rinzivillo.