Home Cronaca «Beni sospetti»: restano i “sigilli” a società, restituiti altri beni

«Beni sospetti»: restano i “sigilli” a società, restituiti altri beni

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Caltanissetta – Dissequestrati, in parte, i beni appartenenti a una famiglia d’imprenditori nisseni che opera nel settore delle slot machine. E che in passato è rimasta coinvolta in una maxi inchiesta incentrata proprio su presunte truffe allo Stato con “macchinette” ritenute taroccate e la sospetta imposizioni, ai gestori di locali, delle stesse slot con il sostegno di esponenti mafiosi. Contestazioni che poi sono cadute nel vuoto.

Ma l’onda lunga di quell’inchiesta ha fatto scattare nove anni fa un sequestro milionario, poi confermato dal tribunale, e che adesso in appello è stato in parte revocato.

In ballo v’è stato un tesoro, stimato dagli inquirenti in oltre sette milioni di euro, appartenente all’imprenditore trentanovenne Matteo Allegro, la moglie, Francesca Vullo, il padre Salvatore Allegro, la madre Giuseppina Mosca e il fratello Luigi Allegro – assistiti dagli avvocati Massimiliano Bellini, Sergio Iacona, Dino Milazzo e Domenico Reina – che hanno impugnato il precedente pronunciamento del tribunale.

E adesso la corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Andreina Occhipinti, ha in parte restituito quei possedimenti. Perlopiù immobili a Caltanissetta ed a Campofelice di Roccella.

Ma sono rimasti sequestrati – oltre a ulteriori beni – anche tre società e una ditta che facevano capo alla stessa famiglia Allegro.

Più in dettaglio la «Bet games 2000 srl», la «Eurogames srl», la Bet games group srl» e l’impresa individuale «Allegro Luigi», tutti con sede nel capoluogo nisseno.

A questo si è aggiunto anche un altro corposo elenco di beni immobili e pure una prestigiosa auto per i quali la Corte ha confermato i sigilli.

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