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“Che vittoria faticosa!”. Paolo Piparo rivela i retroscena della gara, le scelte per il futuro  e l’erede designato

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Palermo  – “Una mano mi ha dato una mano”. Scherza Paolo Piparo, vincitore dell’ultimo rally di Caltanisetta e del Vallone. 57anni splendidamente portati e la maggior parte spesi a bordo delle auto, i riflessi di un ventenne, l’affabilità e la calma di chi è abituato alla vittoria e un successo arrivato con un finale al cardiopalma.  L’intervista.

Avevi i favori dei pronostici ma vincere non è mai scontato… 

Tutt’altro. Poi ho dovuto fronteggiare oltre ad avversari fantastici anche problemi imprevedibili.

Quali?

Nella giornata di domenica ho avuto  problemi con l’assetto, l’auto era quasi incontrollabile. I meccanici hanno fatto miracoli pensavo che, dopo un lungo patimento,  tutto si fosse risolto. Invece al peggio non c’è mai fine ed è successo qualcosa che ha dell’incredibile, un inconveniente che in  40 anni di carriera non mi era mai capitato prima. L’ultima prova ho guidato con una sola mano.

Come mai?

Il commissario non ha chiuso bene lo sportello, un problema alla guarnizione e non ho avuto alternative. Correre con lo sportello aperto sarebbe stato impossibile, l’unica scelta folle ma funzionale è stata quella di tenerlo con il braccio sinistro. Il navigatore è stato anche il mio arto. E’ stata la mia quattordicesima vittoria in carriera, non saprei se la più bella ma certamente la più sofferta. Ho ancora il polso infiammato.

Peraltro in una delle competizioni più ostiche in Sicilia. Molti equipaggi si sono ritirati anzitempo

Si, è un percorso molto selettivo. Basta un nonnulla per commettere un errore e ritirarsi. Inoltre il fondo stradale è davvero scivoloso, da questo punto di vista è una delle competizioni di rally più complesse.

Però tra queste strade a non mancare mai è la passione per questo sport…

E’ vero, infatti, questa vittoria non è di Paolo Piparo ma di tutti i ragazzi di Mussomeli e Milena che in pochissimo tempo e con enormi sacrifici hanno messo in piedi una manifestazione senza sbavature. Poi c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare.

Prego…

Hanno partecipato tantissimi giovani, molte ragazze e intere famiglie. Nelle nostre zone c’è un’altissima cultura del rally, il pubblico è competente. Inoltre anche chi non è un appassionato sfegatato sa che il rally porta benefici al territorio, economici in primis ma anche turistici, culturali, artistici e ricreativi. Pochi eventi come il rally sono così salutari per la vita sociale e finanziaria del Vallone.

A proposito di giovani, chi è il tuo erede?

Salvatore Pio Scannella. Ha talento, umiltà e spirito di sacrificio. Sono certo che farà grandi cose al volante.

Oggi è più semplice affermarsi rispetto a quando hai iniziato? 

Si, decisamente. Con Internet non ci sono distanze. Contattare le persone, acquisire informazioni è alla portata di tutti. Un  pezzo di ricambio, il noleggio di un’auto da corsa, lo scambio opinioni e informazioni con altri piloti, sono cose che puoi fare tranquillamente da casa. Quando ho iniziato tutto era più costoso, lungo e complesso.

Con questa vittoria chiuderai in grande o è la conferma che sei sempre competitivo e che puoi continuartela a giocare alla pari con tutti?

Non ho ancora  pensato a cosa farò da grande (ride, Ndr). Col casco o meno seguirò sempre il rally. Quando le motivazioni del ritiro saranno più forti degli stimoli e del desiderio di gareggiare lo farò. Non sono in grado di dire quando accadrà. Per ora mi vedo pilota. Forse domani oppure fra qualche anno le cose cambieranno e andrò in pensione.

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