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Chiacchierata con la vicepresidente del Consiglio Yosella Schifano

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A più di sei mesi dalla nomina a vicepresidente del Consiglio, abbiamo fatto due chiacchiere con Yosella Schifano, donna ovviamente, fisioterapista, mamma e moglie, innamorata della sua piccola Giulia e di Carmelo, con l’hobby della pittura e la passione per la politica. 

Questi sei e più mesi di attività politica con un ruolo di primo piano, l’hanno vista impegnata su più fronti. Quali sono state le battagle o i campi che l’hanno maggiormente coinvolta?

La battaglia per la sanità in primis, con il progetto dei medici argentini che, a ragion veduta, oggi possiamo dire, ha rilanciato il presidio ospedaliero di Mussomeli. Così come la promozione della campagna vaccinale per la quale, insieme ad altri, sono scesa letterarmente in campo in favore  delle fasce più disagiate. 

Essendo lei una donna, un settore che sente carente per la categoria e che vorrebbe incentivare.

Non solo da donna ma anche da membro della commissione sanità e da professionista che quotidianamente frequenta i locali dell’ASP, mi sento di dire che vedere deserto quello che un tempo era lo spazio del consultorio è una stretta al cuore. Purtroppo la carenza di personale medico costituisce una grave forma di disagio per tutte quelle donne meno abbienti che si ritrovano costrette, per mancato servizio sul territorio, a non potere fare prevenzione.

E poi c’è anche la fascia più giovane

Ovviamente! Fino a quando la dottoressa Orlando era in servizio e, contestualmente, attivo il servizio di Ginecologia in ospedale, tantissime ragazze facevano riferimento al Cosultorio territoriale. Ora è più di un anno che il servizio non è attivo. Si dispone solo di un’ostetrica nel poliambulatorio per il pap test. Non sono più garantiti tanti servizi inerenti al campo. 

Un nome e un volto nuovo per la politica locale il suo, eppure, appena scesa in campo, sbaraglia la “concorrenza” nell’ottobre del 2020 con 1051 voti, prima eletta. 

Già. Non ci credevo nemmeno io.

Come si spiega questo “successo”?

Semplicemente col fatto che gli elettori hano creduto in me. Nella mia figura e nelle mie competenze per l’apporto che avrei potuto dare al paese.

Ed è stato così?

Certamente. Mi ritengo estremamente soddisfatta di quanto fatto finora. Peraltro sono anche presidente della Commissione Affari Sociali e del comitato di gestione dell’asilo nido all’interno del quale porto avanti un lavoro impegnativo con dedizione insieme alle maestre e ai genitori. Privilegio molto il lavoro di inclusione all’insegna della condivisione. 

La “vocazione” politica è comparsa così, come la folgorazione sulla via per Damasco?

Per niente. La politica è sempre stata una passione per me. Solo che la seguivo più da dietro le quinte. Poi, quando mio marito, da tempo consigliere, ha deciso di mollare un poco la presa, ho pensato che era un peccato fare sfumare così anni di impegno e sacrificio familiare. Pertanto ho accettato la proposta, mi sono dedicata i maniera massiccia alla campagna elettorale e il risultato ha premiato.

Come prima eletta, di diritto, poteva essere presidente del Consiglio…

E’ stata una scelta dettata solo ed esclusivamente dal mio spiccato, e qualche volta eccessivo, senso di responsabilità. Purtroppo o per fortuna sono abituata a fare bene ogni cosa per la quale mi impegno. E non nego che questa esperienza sul campo mi sta arricchendo molto nella preparazione specifica. 

Cosa si aspetta dalla politica?

Assolutamente niente. L’ho fatto presente sin da subito all’interno del gruppo. Per questo ho chiesto solo collaborazione al fine di lavorare serenamente per il bene della collettività

Un atteggiamento non proprio comune il suo…

Può darsi, ma io rispondo per me e delle mie azioni. Peraltro i fatti contano più delle parole

Mamma, moglie, professionista, amante della casa e della pittura. Ha pure il cane a casa. Come riesce a conciliare tutte queste sfaccettature della sua vita?

Grazie alla mia formazione in collegio. Ho imparato da subito cosa sono  la diligenza, l’impegno, l’oragnizzazione e il sacrificio.

Dal momento che la vita privata è pressochè perfetta, un sogno da realizzare in campo politico

Un progetto che possa venire incontro alle famiglie gravate dal problema dell’autismo e della disabilità mentale in genere. Un fenomeno purtroppo in crescita esponenziale che crea infiniti disagi ai genitori. Principalmente nell’interesse dei ragazzi, pertanto il massimo sarebbe un centro che possa accogliere i ragazzi e, contestualmente, ripristinare il servizio di neuropsichiatria infantile. 

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