Sommatino – Tre arresti per una rapina che ha fruttato un bel po’ di quattrini. Ma i carabinieri, in poco più di quattro mesi, hanno risolto il rebus legato all’assalto alla banca Sicana di Sommatino.
E in carcere sono finiti zio e nipote e un terzo complice. Tutti smascherati dalle indagini dei militari che si sono sviluppate su più fronti, a cominciare da immagini registrate da impianti di videosorveglianza.
In carcere è finito il quarantaseienne di Mazzarino Davide Ginevra, mentre sono agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico il ventiquattrenne gelese Kevin Petro e il ventiquattrenne di Mazzarino, Cristian Ginevra – assistiti dagli avvocati Antonino Ficarra e Adriana Vella – accusati del reato associativo e rapina.
Quella che è stata messa a segno il 16 marzo scorso ai danni della banaca Sicana di Sommatino. Quel giorno in due, con il volto coperto e armati di pistola, avrebbero atteso l’arrivo di un funzionario. E lo avrebbero costretto ad aprire le porte.
Una volta all’interno hanno atteso l’arrivo di un altro dipendente e gli hanno intimato di consegnare i soldi. In tutto hanno arraffato qualcosa come 82 mila euro.
A quel punto sono fuggiti a piedi. Scattati i posti di blocco, subito dopo avere lanciato l’allarme, della banda non è stata trovata alcuna traccia.
Così, in questi mesi i carabinieri hanno passato in rassegna le registrazioni d’impianti di videosorveglianza, ma anche fotografie postate su facebook e intercettazioni telefoniche che poi avrebbero finito per incastrare i sospettati.
E il riscontro di tutta una serie di elementi, alla fine ha indotto i militari a fare cadere i sospetti sul terzetto che adesso è stato arrestato.
E secondo lo spaccato tracciato dagli inquirenti, Davide Ginevra e Petro sarebbero stati i due che hanno fatto irruzione in banca, il terzo, Cristian Ginevra, avrebbe fatto da “palo”.