Campofranco – La pioggia di arresti ha disegnato la nuova geografia mafiosa nel Vallone. In quel mandamento che, storicamente, è stato sempre ai vertici della mafia nissena. Con capimafia, da Madonia a Vaccaro, in tempi tra loro successivi, rappresentante provinciali di Cosa nostra e nelle alte sfere regionali della stessa organizzazione mafiosa.
Con l’operazione della scorsa notte i militari, oltre a dare un volto al nuovo capo, hanno accertato rapporti di collaborazione con esponenti mafiosi di Milena e della confinante provincia agrigentina, secondo i programmi che sarebbero stati delineati dopo la scarcerazione di Angelo Schillaci.
Per gli investigatori nell’area di Campofranco avrebbe da tantissimi anni agito il clan Vaccaro, che fa capo ai fratelli Domenico «Mimì» Vaccaro e il fratello Lorenzo ucciso in un agguato. La mafia di Campofranco sarebbe stato un punto di riferimento, in Cosa nostra, anche a livello regionale grazie allo spessore criminale – per gli inquirenti – di Domenico Vaccaro, soprattutto dopo l’arresto di Totò Riina, perché sarebbe divenuto l’erede di «Piddu» Madonia, alla guida della commissione provinciale di Cosa nostra.