Caltanissetta – Non v’è prova della loro partecipazione al delitto. Così, le difese, ribattendo alle pesanti richieste di condanna già avanzate dalla procura per il delitto di un giovane pakistano a capo di una battaglia anti caporalato.
La vittima è il trentaduenne del Pakistan, Adnad Siddique, assassinato la notte del 3 giugno di quattro anni fa in un appartamento del centro storico.
A chiedere l’assoluzione dei propri assistiti, gli avvocati Giuseppe Dacquì, Massimiliano Bellini e Ruggero Mancino.
Alla sbarra sono finiti il trentunenne Alì Imran , il trentacinquenne Shujaat Ali, il ventiseienne Bilal Ahmed , il ventitreenne Muhammad Sharjeel Awan, cinquantunenne Muhammad Mehdi, il trentenne Muhammad Shoaib e il trantacinquenne Nawaz Muhammad – accusati di omicidio e per i quali è stata chiesta la condanna a trent’anni ciascuno – ventiquattrenne Giada Giarratana, il quarantenne Arshad Muhammad e il trentaseienne Shehzad Khuram, gli lultimi tre con richieste di pena, a vario titolo, da un minimo di due anni e dieci mesi a un massimo di sedici anni e sette mesi. Un undicesimo imputato ha patteggiato la pena.
I dieci – difesi dagli avvocati Giuseppe Dacqui, Massimiliano Bellini, Rosario Di Proietto, Boris Pastorello, Giacomo Vitello, Salvatore Baglio, Giovanni Di Giovanni, Diego Giarratana e Riccardo Contardi – sono sotto processo dinanzi la corte d’Assise presieduta da Roberta Serio per rispondere, a vario titolo, di omicidio, di associazione di tipo mafioso, rapina e caporalato.
In giudizio, i familiari della vittima, il Comune, Mo.Vi., vittime di caporalato, la Cgil, l’associazione Proxima e «I Girasoli» di Milena – assistiti dagli avvocati Salvatore Patrì, Maria Ricotta, Monia Giambarresi, Adriana Vella, Jennifer Guarino, Graziano Baglio, Marco Lomonaco, Giuseppe Orlando, Stefania Giambra, Lia Minacapelli e Sara Sammartino – si sono costituiti parti civili.