Home Cronaca Donne che sostengono e promuovono la cultura nel territorio in cui langue

Donne che sostengono e promuovono la cultura nel territorio in cui langue

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Mussomeli – La sezione Fidapa di Mussomeli, sabato 18 marzo, con la presentazione del libro di Francesco Bozzi, “La Filosofia del Suca”, ha sdoganato il bisillabo più famoso di Palermo e non solo. E’ accaduto casualmente nel giorno della festa del papà.

 

Che a promuovere un saggio sull’imperativo categorico di esclusiva pertinenza maschile -e perdipiù nel giorno della festa del papà- sia stata un’associazione femminile di un piccolo centro montano, in quel remoto sud del Sud, ha quasi dell’irriverente.

Ma le donne… si sa… all’occorrenza sanno osare. E con una naturalezza tale da abbattere ogni tabù. Tanto più che non ha motivo di esistere. Ebbene sì, sabato sera, nell’accoglientissima sala del Ristorante Cinque Archi, gentilmente messa a disposizione dal proprietario Rino Sorge, si è discusso di materia seria che… “come fiamma s’accende da fuoco che balza”… filosofia… appunto. Del Suca! Argomento questo che ha ricevuto il suggello dei padri della letteratura contemporanea come Giordano Bruno Guerri e Pietrangelo Buttafguoco. I quali non hanno esitato un attimo ad erigere il notissimo bisillabo, quale imperativo esortativo,  al rango di filosofia. Ma solo ed esclusivamente del popolo siciliano. Erede di  quel marchio di fabbrica vecchio un secolo che ancora la dice lunga. Su “vizi privati e pubbliche virtù”.

E a proposito di vizi presunti e virtù ritenute inesistenti ci è gradita l’occasione per confutare quell’ipotesi di comunità indolente e refrattaria agli stimoli cosiddetti culturali che il -sempre più- piccolo borgo di Pietro e Paolo si è guadagnato a fatica negli anni. Un primato gelosamente custodito e millantato da chi piuttosto esorta a fare “altro”. Niente di più falso!

Che “cultura” sia un termine abusato è di per sè un fatto acclarato.

E anche una certa retorica di donna che promuove se stessa sic et simpliciter , piuttosto affetta da sindrome di Wonder Woman che in possesso di una sana  presa di  coscienza di limiti e limitazioni. E infatti, in questa sede, non importa nè l’una nè l’altra questione. Perchè se è vero -come è vero- che ci piace sottolineare i rapporti di complicità e sorellanza che si innescano fra donne del territorio e anche di territori vicini, non si vuole mancare di dare il giusto riconoscimento a quell’altra metà del cielo. Presenza comunque attiva e fattiva anch’essa.

Partecipe dei successi e dei piaceri delle loro donne.

Quello che invece preme evidenziare -a futura memoria- è che grazie proprio all’iniziativa autonoma di un gruppo di donne di Mussomeli che fa capo ad una delle più importanti e autorevoli associazioni internazionali, ovverosia la Fidapa, il piccolo centro manfredonico ha pototto beneficiare di un momento di spettacolo e divertimento condiviso. Se poi vogliamo chiamarla “cultura” ben venga. Ma senza pretese.

Intendendo con questo termine quel bagaglio intellettuale e morale che concorre all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che ognuno ha nella società. L’importante è stare insieme, divertirsi e condividere momenti di bellezza. All’insegna della ritrovata convivialità. Il 2023 doveva essere il banco di prova. E così è stato. Siamo diventati selettivi per necessità. Ovverosia abbiamo imparato a circondarci di chi e delle cose che ci piacciono. Il resto è noia. E possiamo farne a meno.

E Ciccio Bozzi, comico non solo di penna ma anche de facto, è stato brillante protagonista di una scena che ha messo al centro della sua vis comica vizi e virtù del popolo più atipico. Palermo e il suo innato suca. Connaturato quasi fosse un gene. Un suca perfetto come l’essere parmenideo che sempre è stato, è e sarà. Imperfetto solo per un punto: alle done non è concesso pronunciarlo. Ma non già per questioni di pubblico decoro che -invero- sono ormai obsolete. Quanto perchè il suca pronunciato da una donna perde tutto il suo valore. Magico ed aggregativo. Però -nella tana delle lupe e pure all’indomani dell’8 marzo- questo l’autore davvero non poteva permetterselo. E perciò si è congedato con tanto di promessa di recupero in quello che sarà il suo prossimo spettacolo. Ilarità e divertimento l’hanno fatta da padrona fra il  pubblico. Numerosissimo appunto. Fatto di più e meno giovani. Eterogeneo ma comunque amalgamato. Locale e non solo. Per l’occasione è stata presente anche una nutrita rappresentanza della vicina sezione Fidapa di Cammarata/S. Giovanni Gemini, a riprova di quanto sia forte il legame fra questi due territori.

Fare associazionismo -e perdipiù no profit- non è facile.

La giovane associazione -di appena cinque anni- ha dovuto fare appello a tutte le risorse intra moenia . Dai talenti immateriali ai beni materiali. Dall’artista Teresa Canalella, che ha regalato il suo grandioso suca dipinto allo scrittore, a Claudia Falletta, titolare di In Casa, che ha sponsorizzato un prezioso vaso in porcellana dato in dono al proprietario della sala, Rino Sorge. A Liliana Genco Russo che si è adoperata per recuperare i formaggi messi a disposizione dal caseificio Costanzo. A Ilaria Sparacello che ha sempre omaggiato le sue dolci creazioni, così come Adriana Tuzzeo e Teresa Canalella che si sono offerte di ospitare gli intervenuti. Nei secoli.

Per quanto riguarda i contributi immateriali, invece, sono intervenuti, oltre allo scrittore, la presidente Emilia Di Piazza, che ha fortemente voluto la presenza del noto autore di Rosario Fiorello e, dopo averlo presentato ha interloquito con lui nonostante la sua sfrenata performance comica. L’architetto-fotografo Santo Eduardi Di Miceli che ha tracciato un excursus fotografico della città di Palermo, la prof.ssa Iosella Mistretta che ha espresso la sua critica del saggio e Liliana Genco Russo con un omaggio in rime siciliane.

E comunque -ci preme ricordarlo- tutte le socie, a vario titolo, hanno contribuito, per la buona riuscita dell’evento.

L’autore è rimasto particolarmente colpito dall’accoglienza e dal clima festoso che ha “promesso” un ritorno.

Unica nota dolente di questo clima festoso. la cultura fanalino di coda sempre e comunque almeno nella spesa pubblica.

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