Mussomeli – “Sono dal vivo e tu mi dici che è morto”. E’ la perversa, invertita e pervertita logica, smascherata, che ha sorretto l’odierno gossip stupido e incosciente in cui, incolpevolmente, si è ritrovata una persona assai conosciuta e stimata in paese e che, per fortuna e in barba a scellerati comare e comari, sta benissimo e gode di ottima salute. Le maldicenze, si sa, possono uccidere. E stamane un chiacchiericcio infondato e malato ha decretato che un uomo avesse perduto la vita in circostanze tragiche e/o misteriose, perchè in questi casi la bugia ha sempre più varianti, subisce le mutazioni genetiche dei disinformatori che la ingigantiscano.. Un vorticoso giro di pettegolezzi che si è diffuso di bocca in bocca e che ha sparso falsità. Probabilmente la lingua troppo lingua di chi ha dato origine a questa macabra fake news non ha tenuto conto della dignità della persona presa di mira e delle conseguenze che un atto incosciente e deprecabile può avare non solo sulla vittima della diceria ma su suoi affetti, familiari, amici e anche su una intera comunità. Non è la stereotipata immagine della provincia annoiata. Chi si annoia si svaga, diffamare, allarmare e ledere l’altrui dignità è una condotta spregevole carica di conseguenze morali e giuridiche. Tanto che i militari della compagnia di Mussomeli stanno indagando per risalire al o ai responsabili del procurato allarme. Speriamo che, una volta rintracciati, avranno la stessa loquacità nel fornire le folli ragioni che hanno spinto a un gesto così ignominioso e che ha mandato in fibrillazione e preoccupazione tantissime persone.
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