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«È socialmente pericoloso», presunto boss dovrà scontare due anni in una casa lavoro

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Caltanissetta – Dovrà scontare due anni in una casa lavoro sull’onda di diverse sentenze di condanna riportate nell’arco di una dozzina di anni, in particolare tra il 1994 e il 2006.

Il provvedimento, emesso dall’ufficio esecuzioni penali della procura del tribunale di Cuneo, è a carico di colui che è ritenuto esponente di spicco della stidda gelese.

Lo stesso che era stato scarcerato appena il 2 novembre scorso e poi sottoposto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno in Gela.

È il cinquantanovenne Paolo Di Maggio. L’ufficio di sorveglianza di Cuneo ha ritenuto attuale la sua pericolosità sociale.

Sono stati riuniti più misure di sicurezza, tra casa lavoro e libertà vigilata, frutto di sei distinte sentenze emesse dalla corte d’Appello e dal tribunale di Caltanissetta e dal tribunale di Gela.

Affermazioni di responsabilità, quelle piovute sul capo di Di Maggio, legate ai reati di associazione mafiosa, favoreggiamento personale aggravato, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso. Episodi che si sono consumati a Gela nell’arco dei dodici anni in esame.

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