Caltanissetta – Era e rimane in regime di carcerazione dura. Così ha deciso il tribunale di sorveglianza nei confronti di colui che è ritenuto a capo dell’omonimo gruppo legato a Cosa nostra.
Rinnovato il 41 bis al sessantunenne Salvatore Rinzivillo finito al centro di un’inchiesta antimafia e, sull’onda di questo coinvolgimento, è stato chiesto e ottenuto nei suoi confronto il regime carcerario speciale.
Sì perché tra le pieghe di quell’indagine sarebbe emerso un ruolo di primissimo piano da parte dello stesso Rinzivillo che – sempre per gli inquirenti – avrebbe avuto contatti diretti con i vertici della mafia isolana ma anche con altre organizzazioni criminali.
Così il tribunale di sorveglianza, condividendo la tesi dei magistrati sulla presunta pericolosità di colui che è ritenuto un capomafia, ha rinnovato il carcere duro con isolamento allo stesso Rinzivillo.
Di diverso avviso sono i suoi legali che già nell’immediato hanno preannunciato il ricorso in cassazione contro il provvedimento riapplicato.