Home Cronaca Elementari, in pagella tornano ‘ottimo’ e ‘insufficiente’

Elementari, in pagella tornano ‘ottimo’ e ‘insufficiente’

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Palermo – Abbiamo deciso di tornare, dal prossimo anno scolastico, a formule comprensibili al posto di quelle astruse introdotte di recente. Come fa un genitore o un bambino a capire che ‘in via di prima acquisizione’ vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”. È il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara a confermare le novità che riguarderanno, dal prossimo anno, le pagelle dei bambini della scuola elementare e che sono previste da un emendamento al ddl sulla revisione del ‘voto in condotta’ nelle scuole, incardinato nei lavori della Settima commissione del Senato. Nei prossimi giorni il provvedimento, con l’emendamento presentato dal governo, dovrebbe ottenere il via libera per l’iter parlamentare.

Potrà così prendere l’avvio il percorso del disegno di legge che, oltre ad inasprire le norme per valutare la condotta degli allievi, introduce dei cambiamenti rispetto alla riforma varata appena tre anni fa con l’introduzione di giudizi correlati al livello di apprendimento raggiunto dai bambini e adesso ritenuti di difficile comprensione. “Stiamo valutando se sia utile aggiungere la possibilità di mettere ‘gravemente insufficiente'”, spiega inoltre Valditara.

In sostanza, l’intenzione non è quella di tornare ai voti del passato, ma piuttosto al tradizionale giudizio sintetico – introdotto negli Anni Settanta – con una ‘scala’ di gradazioni: insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo.

I giudizi potrebbero diventare sei, se come riferito dal ministro, si ritenesse utile contemplare anche quello di ‘gravemente insufficiente’. Nel 2020, invece, era stata adottata una sperimentazione che ha previsto l’utilizzo di livelli di apprendimento per i giudizi: avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione, modalità ritenuta però di difficile lettura. Inoltre viene previsto che in tutte le scuole medie e superiori si esprimano voti in decimi nel primo e nel secondo quadrimestre (o trimestre e pentamestre, secondo le scelte dei singoli istituti), evitando, come avviene in alcune scuole, che i voti non vengano messi nel primo quadrimestre.

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