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Fra paura e disagio: il coraggio dell’ascolto», tema affrontato in questura dal vescovo Russotto

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Caltanissetta – «Fra paura e disagio: il coraggio dell’ascolto». Questo il tema affrontato dal vescovo Mario Russotto in un incontro rivolto ai poliziotti.  «Qui con voi non parlo da vescovo, ma da amico» ha premesso il presule.  A curare gli onori di casa, il questore Pinuccia Albertina Agnello con al suo fianco funzionari della questura.

Durante il suo intervento il vescovo ha affrontato  il tema della frantumazione del sapere e dell’unitarietà della società che hanno portato alla non conoscenza e alla carenza di relazioni e di come la chiusura nel privato genera “solipsismo”. «Il dato più toccante che ci ha lasciato la pandemia – ha osservato il vescovo  Russotto – è il solipsismo. L’altro è uno dal quale dobbiamo guardarci. L’altro è un nemico che può danneggiarci, che può scavalcarci. Ciò genera rivalità. Viviamo nella paura di essere scavalcati e strumentalizzati. Crediamo di non poterci più fidare dagli altri. Quanto più nei confronti degli altri ci poniamo in maniera aggressiva, tanto più perdiamo fiducia nell’altro».

E ha poi aggiunto come «nella società delle apparenze, se non appari non esisti. Se non ti fai notare rischi di essere nessuno. Pur di essere ammessi all’interno di un gruppo siamo disposti a rinnegare i nostri valori. Siamo quindi tutti vittima della società delle apparenze, siamo disposti a dissimulare pur di non rimanere soli»., è stata la sua analisi.

Diversi gli spunti di riflessione che, durante il suo intervento, ha offerto  ai poliziotti. Sottolineando, tra l’altro,  l’importanza di porsi sempre in una posizione di ascolto per mettere gli altri in condizione di parlare, aprirsi e di non sentirsi soli.

Poi il vescovo si è congedato consegnando tre «A» ai poliziotti nisseni, ossia «attenzione», da considerare una virtù, per interessarsi alla storia dell’altro senza giudicare. «Ascolto», anche dei propri limiti e talenti, sviluppando la capacità di ascoltare l’altro. E, infine, «Amore… in una società priva di amore, l’amore bene è il bene dell’altro».

Il questore, al termine della conferenza, ha invitato i poliziotti «a non perdere mai lo spirito di corpo e il senso di appartenenza all’istituzione dando, al contempo, un senso alle tre «A» consegnateci oggi dal vescovo». E al presule ha donato un crest della questura di Caltanissetta contraddistinto dalla raffigurazione della cattedrale di Santa Maria La Nova.

L’incontro rientrava nel quadro del più generale contesto di aggiornamento professionale disposto dal questore di Caltanissetta secondo le indicazioni del dipartimento della pubblica sicurezza.

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