Caltanissetta – Cristallizzata la condanna per tentato omicidio. Sì, perché armato di fucile, avrebbe rischiato di uccidere il rivale. Questa è stata fin dall’inizio la tesi accusatoria a suo carico e che ha retto in tutti e tre i gradi del giudizio.
Sino a quello finale che ha sancito, indelebilmente, la condanna a 9 anni e 4 mesi di carcere nei confronti del trentaseienne Luigi Di Noto che s’è visto confermare il verdetto già emesso dalla corte d’Appello di Caltanissetta nel gennaio dello scorso anno.
È stato ritenuto colpevole del tentato omicidio del trentanovenne Benito Peritore. Tra loro, in precedenza vi sarebbero stati attriti.
È a sera e in una zona particolarmente buia che sarebbe scattato quello che l’accusa ha sempre ritenuto un fallito agguato a tutti gli effetti.
Imbracciando un fucile, l’imputato avrebbe fatto fuoco contro l’altro raggiungendo il bersaglio ma, per buona sorte, non in parti vitali e ferendolo in maniera non grave.
Poco dopo lo sparatore è stato intercettato e arrestato. Poi gli stessi carabinieri hanno anche recuperato il fucile e, in casa sua, gli hanno trovato pure munizioni.
L’imputato si è sempre difeso asserendo di avere sparato non con l’intenzione di uccidere l’altro. Ma la tesi a discolpa non ha incontrato granché l’assenso dei giudici