Caltanissetta – Quello sarebbe stato un crocevia della droga. Con spacciatori, anche mordi e fuggi, che sarebbero arrivati per rifornirsi di “roba” e andare via. Fuori piazza.
E chi questo giro, per l’accusa, lo avrebbe gestito è stato chiamato sotto processo, che poi gli stessi imputati hanno chiesto fosse celebrato con il rito abbreviato.
Ne sono tutti usciti con l’affermazione di responsabilità seppur con pene un po’ più basse rispetto alle richieste del pubblico ministero.
La più severa è stata inflitta dal gip del tribunale di Gela – già con lo sconto di un terzo per via della scelta del rito – dal trentunenne Giuseppe Domicoli che ha rimediato sette anni e dieci mesi di carcere.
Condanne anche per Antonio Lo Presti con quattro anni e quattro mesi; Angelo Mangiavillano con sei anni; Bruno Di Stefano con quattro anni e due mesi e, infine, Vincenzo Frasca con quattro anni e tre mesi di carcere.
Questo il verdetto che è stato emesso dal giudice che, sostanzialmente, ha condiviso la tesi accusatoria sostenuta dalla procura.
L’accusa ha sostenuto che gli imputati abbiano gestito un traffico di stupefacenti. E tra loro, nel tentativo di sviare eventuali indagini, avrebbero utilizzato un linguaggio in codice per indicare luoghi o appuntamenti sempre riferiti, per l’accusa, a questioni di droga.