Home Dall'Italia e dal Mondo I maiali abili con i videogiochi. Lo rivela uno studio americano

I maiali abili con i videogiochi. Lo rivela uno studio americano

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Se pensavate di aver già visto tutto, per quanto riguarda le stranezze che possono legarsi ai videogiochi, sappiate che non era così: scopriamo oggi, infatti, grazie a una apposita ricerca, che i maiali sono in grado di giocare ai videogiochi. A dimostrarlo è stato uno studio della Pennsylvania State University, con gli esiti del suo studio che sono accessibili presso la pubblicazione Frontiers of Psychology.

Lo studio è stato condotto su quattro diversi maiali – Hamlet, Omelette, Ebony e Ivory – a cui è stato insegnato a prendere confidenza con un joystick, con cui interagivano con il muso (difficile immaginarli farlo con le zampe, in effetti). I suini-gamer in questione inizialmente si sono confrontati con il controller senza che fosse connesso a nessun dispositivo e, in seguito, hanno iniziato a giocarci mentre era collegato a un videogame.

Muovendo il joystick, così, gli animali riuscivano a spostare un cursore sullo schermo di fronte a loro, con cui interagivano spinti dal rinforzo: facendolo e andando avanti nel gioco, ottenevano del cibo. Il dato interessante, evidenziato gli scienziati, è che i maiali erano in grado di ricollegare le interazioni con il joystick ai movimenti sullo schermo. Addirittura, i maiali hanno continuato a giocare anche quando il distributore di cibo ha finito con il rompersi, se incoraggiati «gentilmente» dagli umani presenti, racconta la BBC.

Si tratta di uno studio importante soprattutto perché, come capita con gli esseri senzienti, il modo in cui interagiamo con i maiali e che cosa facciamo con loro ha per loro un impatto e un’importanza» ha spiegato la dottoressa Candace Croney.

Gli studiosi hanno notato che alcuni maiali sono stati più agili nel prendere confidenza con il gioco, rispetto ad altri: Ivory, ad esempio, ha centrato il bersaglio nel gioco nel 76% dei tentativi, mentre Ebony si è fermato al 34% dei casi. Tuttavia, per gli scienziati questo significa che «in un certo senso, tutti hanno acquisito l’associazione tra il joystick e il movimento del cursore» all’interno del gioco.

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