Caltanissetta – Nessuna responsabilità da parte dei vertici dell’Eni per un incendio scoppiato in stabilimento in pieno giorno creando apprensione per l’ambiente.
Ma alla fine il giudice ha ritenuto che gli imputati non si siano resi responsabili d’irregolarità e che l’incidente non ha provocato danni esterni.
Che, nel concreto, s’è tradotta nell’assoluzione dall’ipotesi di incendio colposo, perché «il fatto non sussiste», per cinque funzionari dello stabilimenti Eni di Gela, ossia l’amministratore delegato Massimo Lo Faso, Arturo Anania, Marcello Tarantino, Michele Viglianisi e Bernardo Casa.
Di contro la procura aveva chiesto la condanna di tutti e cinque gli imputati a due anni e mezzo di reclusione ciascuno.
Sono stati tirati in ballo per un rogo all’impianto coking scoppiato nel marzo di sei anni addietro in pieno giorno. E per questo ben visibile.
Per gli inquirenti funzionari e tecnici della struttura non sarebbero stati esenti da responsabilità perché quell’incendio – sempre secondo la procura – sarebbe stata la conseguenza di una sorta di noncuranza degli impianti che, invece, avrebbero necessitato di manutenzione.
Ma alla fine il giudice ha finito per condividere la tesi avanzata dal collegio difensivo secondo cui la procedura è stata regolarmente applicata