San Cataldo – È per mafia che è stato condannato. Perché coinvolto, una decina di anni fa, nell’inchiesta «Nuovo Mandamento».
Ora s’è presentato in carcere perché la condanna a suo carico è divenuta definitiva. Così per l’impresario di pompe funebri sancataldese Diego Calì che era stato condannato a 4 anni e 8 mesi per associazione mafiosa. Ora deve scontare ancora oltre 3 anni
La vicenda giudiziaria che lo ha interessato, ha coinvolto anche altri indagati, uno dei quali poi condannato al carcere a vita per un omicidio consumato a San Cataldo.
Ma lui da questa imputazione, già in passato, è stato assolto definitivamente. Per un altro delitto, quello del cugino, prima è stato ritenuto colpevole e poi è arrivato il verdetto assolutorio anche per questo capo.
Per lui è rimasta in piedi la sola presunta appartenenza a Cosa nostra sancataldese. E se in precedenza aveva rimediato a condanna a vent’anni di carcere, poi dall’ultimo passaggio in aula ne è uscito con una condanna a quattro anni e otto mesi proprio perché è caduta l’accusa di omicidio.
Da qui, adesso, l’arresto dell’impresario sancataldese chiamato a saldare il suo conto in sospeso con la giustizia.