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Mafia, droga e pizzo: piccolo esercito d’imputati alla sbarra

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Caltanissetta – È un piccolo esercito d’imputati quello che è stato tirato in ballo per un blitz antimafia che nel settembre dello scorso anno avrebbe inferto un duro colpo alla Stidda gelese.

In questa tranche, a fronte dei 35 arrestati una decina di mesi, sono in sedici ad avere chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato.

Del lungo elenco fanno parte i nomi di Alessandro Scilio  Andrea Romano,  Bruno Di Giacomo,  Calogero Infurna,  Emanuele Lauretta,  Filippo Scerra,  Gaetano Marino,  Gaetano Simone. Gianluca Parisi,  Giuseppe Alessandro Antonuccio,  Giuseppe Antonuccio,  Giuseppe Giaquinta,  Luigi D’Antoni,  Nicola Palena,  Rosario Marchese e il collaboratore di giustizia Giovanni Canotto. Altri undici, invece, hanno scelto la via del rito ordinario.

Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni e detenzione illegale di armi.

Nei loro confronti – ma il giudice s’è riservato in tal senso – hanno chiesto di potersi costituire parte civile la Fai che raggruppa associazioni antiracket e antiusura, la Cgil Sicilia, commercianti e anche la prefettura di Caltanissetta.

Il blitz di polizia è scattato la notte del 25 settembre scorso con trentacinque ordinanze di custodia cautelare, di cui ventotto in carcere e sette agli arresti domiciliari.

Tra le pieghe dell’operazione ,a quel tempo, è stato anche disposto il sequestro preventivo di alcune aziende ritenute in odor di mafia, alcune delle quali – secondo la tesi degli inquirenti – sarebbero state intestate fittiziamente a prestanome.

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