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Marianopoli ricorda due figlie straordinarie: Angelina Lo Dico e Santina Cannella

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Marianopoli – L’amministrazione Comunale di Marianopoli e la Parrocchia San Prospero, in collaborazione con la Pro Loco e i giovani del Servizio Civile, onora l’estremo sacrificio “a costo della vita”
di due giovani Donne, figlie di questa terra native di Marianopoli che incarnano virtù eroiche fuori dal comune. “A costo della Vita” è il titolo della Mostra a ricordo di Angelina Lo Dico e Santina Cannella, esposizione di foto d’epoca con oggetti personali e simbolici attinenti alle loro vite. L’esposizione curata da Arcangelo Vullo con il supporto professionale della fotografa Anna Mastrosimone, il patrocinio del Comune di Marianopoli e l’aiuto organizzativo e operativo degli assessori Palma Diminuco (Ass. Cultura e Pubblica Istruzione) e Giovanni Cannavò
(Ass.Sport,Turismo e Spettacolo), sarà inaugurata il 5 novembre e resterà aperta fino all’8 dicembre.
Il mese di novembre sarà cadenzato da due eventi principali. Il 5 novembre ricorrerà il 90° anniversario della morte della maestra santa, Angelina Lo Dico.
In giovane età, dopo un primo insegnamento nella borgata di Mimiani territorio di Caltanissetta la maestra Lo Dico fu chiamata ad insegnare in Basilicata nelle campagne desolate del territorio di Pisticci (provincia di Matera) dove si adoperò per l’elevazione sociale, morale e religiosa degli abitanti di quei luoghi edificando anche una cappella conl’aiuto dei suoi alunni. I suoi prediletti furono gli ammalati e i poveri. Diversi gli episodi che fanno conoscere la grandezza del suo animo pieno di carità. Si ricorda, soprattutto, quando offrì la sua casa e le sue cure ad un giovane mietitore leccese, colpito da febbre altissima. Ad una collega che le faceva notare l’imprudenza, lei rispondeva: «Ma non c’era Gesù in quel giovane malato?». Viene ricordato, inoltre, quando accolse una ragazza abbandonata,
affetta da tisi. Angelina, senza pensarci due volte, la curò nella sua abitazione. Infine pure lei contrasse la malattia mortale. Morirà a Marianopoli a soli 32 anni, nella notte tra il 4 e il 5 Novembre del 1932, alle ore 4, come aveva predetto, con il Crocifisso in mano. Il 5 novembre, giorno della sua morte e giorno nel quale la chiesa locale siciliana ogni anno ricorda i Santi di Sicilia, sarà celebrata una messa per la maestra Lo Dico. Dopo il saluto iniziale del parroco Don Bernardo Briganti la celebrazione sarà presieduta da Don Luciano
Calabrese. Al termine della messa il Sindaco Salvatore Noto istituirà il riconoscimento della benemerenza “Un Giglio in Marianopoli” in memoria di Angelina Lo Dico, al fine di dare
merito a personalità di Marianopoli che si sono distinte e si contraddistinguerranno per un impegno sociale, umanitario e culturale. L’evento proseguirà con l’inaugurazione della
mostra e il collegamento con le istituzioni religiose e civili di Pisticci. La giornata terminerà la sera con il concerto del gruppo vocale “Amoris Lætizia” preceduto dai i versi del poemetto
“Un Giglio in Marianopoli – Angelina lo Dico” interpretato da Lillo Genco e Santina Schifano. Il 25 novembre “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” sarà ricordata Santina
Cannella con la presentazione del libro “Ti bacio quando torno” degli autori Cataldo Lo Iacono e Salvatore Lombardo. Santina fu l’unica ragazza della piccola comunità di
Marianopoli che negli anni 40’ del Novecento si trasferirà a Caltanissetta per studiare in una scuola pubblica. Frequentò con profitto le medie (presso la scuola “Luigi Capuana” con sede
in via Re d’Italia) e poi il ginnasio (presso il Liceo Classico “Ruggero Settimo” con sede in corso Umberto I) spinta dal desiderio di diventare dottoressa in medicina in un momento
storico in cui in tutta Italia i medici donna sono meno di duecento. Nell’estate del 1952, all’età di 14 anni, ha un innamoramento adolescenziale che decide di troncare poco dopo aver
intrapreso gli studi ginnasiali. L’innamorato non si arrende e per convincerla a riallacciare la relazione la sottopone a un anno e mezzo di pressioni, molestie, lesioni e concrete minacce
di morte alle quali lei non si piegherà mai. Lunedì 8 marzo 1954, proprio il giorno in cui in Italia fin dal 1922 si celebra la Festa della
donna, lui l’aspetta fuori dalla scuola e la uccide in strada a colpi di pistola. Santina, a quindici anni, paga con la vita la coraggiosa difesa del suo diritto allo studio e di
scegliere un giorno chi amare. Santina ancora oggi può essere un esempio per le ragazze e le donne che non vogliono
piegarsi alle offese, alle minacce, alle violenze e si ribellano contro chi, in varie parti del mondo, nega loro il diritto allo studio e, quindi, di entrare nel mondo delle professioni, delle
carriere, della politica e dei rapporti sociali liberi.

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