Gela– Indennizzo milionario per una morte in seguito allo scoppio di una bombola. È stato chiesto da uno dei familiari delle vittime della tremenda esplosione.
Quella che s’è verificata la mattina del 5 giugno di due anni fa al mercatino di Gela. E in cui, oltra a tantissimi feriti, hanno trovato la morte due donne, una sessantaquattrenne e una quarantaduenne, decedute in tempi differenti.
E adesso nel procedimento che ha preso le mosse dal decesso della più giovane delle due, Tiziana Nicastro, i familiari della vittima hanno citato in giudizio il Comune di Gela, un omaggio alla memoria, avanzando una corposa richiesta di risarcimento.
Palazzo di città sarebbe stato tirato in ballo per una presunta responsabilità oggettiva legata al rilascio della concessione della postazione di vendita.
In questo caso alla rosticceria itinerante, che era gestita a quel tempo da un quarantacinquenne di Grotte il cui nome è poi finito nel registro delle notizie di reato.
Perché quel giorno d’inizio giugno è stata la bombola a servizio della sua rosticceria ad esplodere mentre stava lavorando.
Fin qui l’accusa perché l’esercente si sarebbe poi difeso sostenendo che in realtà la bombola esplosa era stata sistemata da lui diversamente – in maniera corretta dietro il suo camioncino, come aveva sempre fatto ogni giorno per anni – e qualcuno l’avrebbe poi spostata a sua insaputa finendo che scatenare la catastrofe.