Home Cronaca Morì schiacciato da un tubo, in 13 tornano sotto accusa 

Morì schiacciato da un tubo, in 13 tornano sotto accusa 

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Caltanissetta – È per una morte bianca che sono chiamati di nuovo sul banco degli imputati. Tredici in tutto, già condannati nel primo grado del giudizio, ora chiamati in appello.

È per la morte del giovane operaio Francesco Romano che sono finiti in giudizio. Per la disgrazia, avvenuta nell’area dell’Eni di Gela, nel novembre del 2012. Fu un pesante tubo a schiacciarlo. Ferite così gravi da non lasciare scampo allo sfortunato operaio

Al termine del primo processo sono state inflitte condanne che variano da un massimo di venti mesi a un minimo di sedici mesi. Le prima per Alberto Bertini, Nicola Carrera, Patrizio Agostini, Bernardo Casa, Rocco Fisci, Serafino Tuccio, Fabrizio Zanerolli., Sandro Iengo e Marco Morelli. La più lieve per Salvatore Marotta, passando per un anno e sei mesi ad Angelo Pennisi, Vincenzo Cocchiara e Mario Giandomenico. Tutti con il beneficio della sospensione. Tre, invece, gli assolti in primo grado dal tribunale gelese.

Secondo la tesi accusatoria, che ha retto al primo vaglio del giudice, in quel cantiere che è stato teatro della disgrazia, sarebbero emerse anomalie, soprattutto in termini di sicurezza sul luogo di lavoro ,  che poi sarebbero state alla base del luttuoso epilogo. Questo, almeno, è quanto hanno ritenuto inquirenti e giudice.

Ai familiari della vittima, costituiti parti civili, è stato già riconosciuto il diritto a un risarcimento dei danni da stabilire poi con un procedimento dedicato.

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