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Motociclista perse una gamba, si ritira dal processo

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Caltanissetta – Lui, in quel tremendo incidente, ha perso una gamba. Un segno profondo e indelebile di quella tragedia che porterà sempre su di se.

Ma adesso, dopo un accordo con la compagnia assicurativa, ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel procedimento che, dal terribile incidente, ne è derivato a carico di un camionista.

È quarantaseienne Domenico Massimiliano Michele Russo (difeso dagli avvocati Fabio Licalsi e Giuseppina Insalaco) chiamato in giudizio per rispondere dell’ipotesi di lesioni gravissime.

Quelle riportate dal quarantanovenne nisseno Angelo Miraglia (assistito dall’avvocato Massimiliano Bellini). Lui che, ad ogni modo, pur ritirando la costituzione rimarrà parte offesa nel procedimento.

L’incidente risale alla mattina del 9 giugno di due anni fa. Il motociclista stava percorrendo la statale 640 in direzione di Agrigento quando – secondo la tesi accusatoria – si sarebbe trovato davanti una betoniera che stava attraversando la sede stradale per immettersi in cantiere.

Nel terribile impatto il centauro ha poi perso una gamba sbattendo contro il camion. Questa è la tesi avanzata dall’accusa.

Perché secondo i legali della difesa, invece, il motociclista sarebbe caduto prima e sarebbe finito contro il camion dopo essere scivolato sull’asfalto per una trentina di metri.

E, sempre secondo il teorema difensivo, in quei frangenti il camion aveva già liberato la strada e si sarebbe trovato già oltre la linea gialla che delimita la carreggiata, all’ingresso del cantiere.

Queste le versioni contro sulla tragedia della strada che, in questo caso, non ha mietuto vittime, ma ha segnato per sempre la vita di un uomo.

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