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Mussomeli, come è difficile vivere per chi ha la Partita Iva. Tante saracinesche abbassate

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Mario Barba

MUSSOMELI – In un periodo di profonda crisi, Mussomeli vede il suo tessuto produttivo fatto di artigiani, commercianti e di tante attività legate alla partita iva in assoluta difficoltà. L’artigianato, da sempre fiore all’occhiello dei tanti maestri di Mussomeli, va scomparendo anche perché non sostituito da giovani con la stessa passione. Mario Barba, titolare di una piccola industria di produzione artigianale di finestre in legno e zinco e di porte, frutto di una tradizione di famiglia che si è evoluta passando dalla bottega del falegname alla produzione più industriale anche se ha conservato i canoni dell’artigianato, parla dell’artigiano come di un artista che deve badare a confrontarsi con i cambiamenti. Il papà, il signor Giuseppe, è stato il più lungimirante guardando sempre avanti in tempi non sospetti e, passo dopo passo, ha creato questa impresa gestita dai figli. Mario, il più manageriale dei fratelli, è abbastanza pragmatico e alla domanda su come vada l’artigianato a Mussomeli risponde: “E’ una questione di visuale. L’artigiano di oggi deve evolversi, si deve adeguare alle tecnologie, formarsi, deve essere al passo coi tempi, con le attrezzature, allargare gli orizzonti. Purtroppo questa esigenza si scontra con l’isolamento, la mancanza di viabilità in cui versa il nostro paese e le difficoltà sono evidenti. Non parliamo della pressione fiscale: “L’artigiano viene pagato come industriale ma viene considerato come artigiano”. Le tasse distruggono realtà lavorative che fanno girare l’economia ma i titolari di partite iva non ce la fanno più! Non è possibile lavorare 15/16 ore al giorno, con tutti i problemi di un’attività privata e non guadagnare almeno quanto un impiegato medio del settore della P.A. o del settore bancario, il gioco non vale la candela!”. Anche in un settore come quello del food, la flessione è notevole. Alessandro Falzone, titolare della pizzeria “Amici Miei” spiega. “Prima con l’afflusso dei  clienti nei  week end una pizzeria riusciva a coprire i costi degli altri giorni di apertura. Ora anche il sabato il tutto esaurito, perfino nei periodi di festa,  non è la regola ma l’eccezione”.  Nello stesso tono si esprime Nino Mingoia, anch’egli artigiano di tradizione, pasticciere e figlio d’arte: “Tasse, registratore di cassa, controlli HACCP e tanto altro, alla resa dei conti il 60% se ne va in tasse e per chi apre una partita iva di questi tempi la vedo dura.” Inoltre, e qui ritorna il pensiero di Mario Barba: “Nel settore artigianale al sud, manca la settorialità, bisogna specializzarsi. L’artigiano è oggi un piccolo imprenditore che ha saputo unire e far convivere la manualità e l’esperienza dei grandi maestri di bottega del passato con le nuove tecnologie digitali ed i nuovi mezzi di comunicazione e di marketing a disposizione.” Un altro titolare di partita iva che si unisce al coro, ma sono tutti, si potrebbero elencare tutti i titolari di attività commerciali, gli artigiani ed altre attività che esercitano sulla piazza, Achille Prisco, gestore di una pizzeria nella centrale piazza Umberto, si lamenta delle tasse e della necessità di lavorare in mezzo a tante difficoltà, nella speranza che prima o poi il vento cambierà e le attività vengano lasciate libere di creare economia. Un vecchio artigiano, che adesso non è più fra noi ma che rappresenta la voce di tanti, soleva dirmi:” Mussomeli è

Alessandro Falzone

sempre stato un paese ad ampia impronta artigianale, con eccellenti falegnami e lavoratori del ferro capaci di creare autentiche opere d’arte. Ed anche se negli ultimi anni ha subito un calo vistoso relativo alle difficoltà di un’economia stagnante, ad una pressione fiscale che certamente non aiuta chi vuole aprire “bottega”, forse anche per un calo di giovani talenti scoraggiati da questo stato di cose chi fa artigiano a Mussomeli, come nel resto d’Italia, rappresenta una categoria da salvaguardare.” La grande tradizione italiana, nonostante la nostra vita sarà sempre più permeata da tecnologia, informatica e robotica, non è affatto destinata a scomparire. Anzi si fa sempre più importante la richiesta di professionalità basate su competenza umana che le macchine non possono rimpiazzare: manualità, ingegno e creatività. Tra i paesi industrializzati l’Italia gode di un posto “privilegiato” in questo senso perché vanta la più celebre tradizione della “bottega artigiana” e l’eccellenza della sua produzione manuale è riconosciuta in tutto il mondo. Intanto negli ultimi anni sono diverse le attivicità commerciali, legate al cibo e non, che hanno abbassato le saracinesche. “La crisi ha fatto la sua  – spiega uno di questi – ma non solo, le persone vanno via, meno clienti e sempre meno persone disposte a spendere. Se continua questo andazzo è facile prevedere più che un futuro non roseo ma  addirittura mancanza di un futuro per ogni attività commerciale e artigianale di Mussomeli ”.

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