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Mussomeli, nasce il collettivo femminista “Amarena”

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Mussomeli – Contrastare la  discriminazione di genere e violenza delle donne. Sono questi i due pilastri su cui si regge “Amarena”, collettivo femminista costituito in questi giorni a Mussomeli per volontà di Alessia Zambito, Andrea Di Simone, Antonella Mulè, Emanuela Novello, Fabiola Mulè, Gianni Mingoia, Giuseppe Alessi, Graziana Sola, Ilaria Noto, Irene Ladduca, Laura Carapezza, Laura Lo Brutto, Laura Morreale, Luisa Ladduca, Marisa Milazzo, Mauro Di Bartolo, Michela Scannella, Nadia Morreale, Paola Morreale, Sofia Noto, Ylenia Bonomo che sono, anche i firmatari di una lettera aperta indirizzata al sindaco e ai cittadini di Mussomeli. Nel documento si legge: “Siamo un gruppo di ragazze e ragazzi di Mussomeli e dintorni che nel corso di quest’estate si sono organizzat* nella forma di Collettivo femminista per promuovere insieme una discussione intorno al tema della violenza sulle donne e delle discriminazioni di genere. Vogliamo rivendicare uno spazio di discussione all’interno del dibattito pubblico in un contesto, come il nostro, ancora troppo poco sensibile alle questioni di genere e all’esistenza di uno squilibrio nei rapporti di forza tra uomo e donna. Il Collettivo femminista vuole stimolare dal basso una partecipazione diretta e attiva di ragazze e ragazzi nella costruzione quotidiana di una società di persone uguali e libere, in cui le opportunità siano garantite a tutt*, indipendentemente dal genere, dal luogo di provenienza, dallo stato sociale di appartenenza.
Le protagoniste di questo collettivo sono le donne e le ragazze. La condivisione di esperienze e punti di vista di ognuna è fondamentale per l’arricchimento di tutt*: in questo modo anche gli uomini, che per questa cultura di riferimento costituiscono tradizionalmente la parte privilegiata, possono ascoltare e comprendere alcuni processi che accadono al di là della propria esperienza, e che spesso ignorano o sottovalutano. Attraverso partecipazione e incontro, vogliamo stimolare un virtuoso processo dialettico di formazione e di crescita
La nostra azione intende svilupparsi lungo due direttrici. In primo luogo, la nostra proposta si basa sull’organizzazione di eventi culturali e
sociali per tutta la comunità al fine di produrre insieme una riflessione su modelli e stereotipi radicati nella nostra cultura, che ostacolano la piena emancipazione di soggetti tradizionalmente oppressi nelle società patriarcali. Contando su una fitta rete di contatti, la nostra volontà è quella di coinvolgere professioniste e associazioni femministe che da anni si occupano di lotta alla violenza e alla discriminazione di genere, con le quali intraprendere delle iniziative di sensibilizzazione nei luoghi pubblici del territorio e nelle scuole. In questo modo,
intendiamo portare avanti in autonomia e insieme agli istituti scolastici progetti di educazione affettiva e sessuale e di prevenzione. Improrogabile è avvertita, quindi, la necessità di istituire un sistema di servizi sulla violenza di genere, essenziali anche in una realtà piccola come la nostra, che non è di certo immune a dinamiche simili. Episodi come il duplice femminicidio del gennaio scorso sono infatti soltanto la punta di un iceberg che spesso resta, purtroppo, sommerso. Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio coniuge/partner o ex partner. Se esistono dei consultori istituiti per essere il primo servizio sociosanitario con lo scopo di attuare interventi rivolti al ciclo di vita della donna, della coppia e della famiglia, allarmante è l’assenza di servizi – come sportelli d’ascolto e centri antiviolenza – specializzati nel monitoraggio e nell’assistenza alle donne fatte oggetto
di violenza e alle soggettività LGBTQIA+ vittime di molestie e discriminazioni colpevolmente taciute e invisibilizzate. Il nostro auspicio- concludono –  dunque, è quello di costituire un punto di riferimento per la comunità, favorendo al contempo il dialogo con le istituzioni”.

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