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“MY NAME IS PATRICK ZAKI – 45 DAYS”, ieri al Virgilio performance artistica di Alessandro Ienzi (VIDEO)

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Mussomeli – “MY NAME IS PATRICK ZAKI – 45 DAYS”, la performance artistica di Alessandro Ienzi, ieri al Virgilio. Preside Maggio: “E’ importante fare sensibilizzazione fra i giovani”. Uno spettacolo in favore di Zaki, quello ideato e messo in scena da Alessandro Ienzi, avvocato con la vocazione per il teatro il quale ha pensato bene di sposare le due discipline e promuovere la causa dei diritti umani attraverso l’arte. E la sua melodrammatica mise en place del ventunesimo secolo. “Novello Prometeo incatenato all’ultima costa d’Egitto”, il tragico e languido epilogo, che sembra levarsi dal Palco dell’auditorium Zucchetto quale condanna inappellabile. Già! Perchè quella condanna -che poggia su niente- Patrick Zaki la sente rinnovare, da quel maledetto e funesto 7 febbraio 2020, esattamente ogni 45 giorni… i 45 DAYS appunto. E ad ogni sentenza, lo studente bolognese sconta “nel buio del Tartaro” quella colpa mai commessa, connaturata solo -forse- ad un destino fatale, deciso ante litteram da chi – Zeus crudele!- manovra il destino dei mortali. E guai a quel destino voler sfuggire. Lì, nelle carceri di Tora ad Il Cairo, nella sezione dedicata ai prigionieri politici, si consuma l’orrore. Taciuto. Bendati e picchiati, i prigionieri dividono i loro giorni con le torture, compagni di viaggio sono manette e catene al collo. Intorno solo compagni di sventura a cui poter gridare il proprio dolore, una disperata richiesta d’aiuto, per le unghie strappate sotto i denti, per i bastoni destinati agli usi più infimi. In questo truce scenario, esaltato dalle fiamme sullo sfondo -memoria e storia dell’altro tragico 11 settembre- anche la Luce che, ogni mattina fende la cella del detenuto, sembra quasi blasfema. Quella luce, nei pensieri ossessivi di Patrick -mirabilmente interpretato da Iesi- che ripetono in varie lingue 45 DAYS- si fonde e si confonde con la voce della mamma. Patrick il ragazzo buono, Zaki il cattivo… Il bene e il male, il buono e il cattivo, il vero e il falso sono sul banco degli imputati dove “Patrick è solo adesso, senza neanche il suo avvocato, e anche Zaki”. Lo spettacolo è stato accolto con favore dagli alunni delle quarte e quinte classi del Virgilio che, a fine spettacolo, si sono complimentati con l’attore-regista per la profondità della rappresentazione. Dal canto suo, Iesi, tiene a sottolineare l’importanza di promuovere la causa dei diritti umani per evitare che altre tristi vicende seguano l’esempio nefasto di Giulio Regeni. Mentre il dirigente, prof. Vincenzo Maggio che ha sostenuto l’iniziativa proposta dal corpo docente, ribadisce “l’importanza di portare l’informazione a scuola. Ancora meglio se attraverso forme d’arte” Un secolo, il nostro, che si è aperto con l’attentato dell’11 settembre ma il grido di ribellione del Titano che ha vinto il premio cittàlaboratorio delle Orestiadi in scena a Tindari e a Venezia, vuole essere proprio quello di “cancellare la paura con i sogni”. Attraverso Iesi, Zaki lancia un appello dalle latomie del fondamentalismo, un appello all’UOMO in quanto tale… che si svegli e abroghi l’ingiusta causa dell’omertà. Nel terzo millennio dove… molto si parla di diritti umani e molto poco di quanto tali diritti lede!

 

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