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Nuova vita ai beni confiscati alla mafia, vertici con  sindaci del vallone e di altri sei Comuni

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Mussomeli – L’obiettivo è promuovere iniziative in relazione all’utilizzo dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata destinati ad alcuni Comuni del Nisseno.

In particolare Mussomeli, Sutera, Vallelunga, Caltanissetta, Butera, Gela, Niscemi, San Cataldo e Riesi. E i rispettivi sindaci hanno preso parte a una riunione con il prefetto Chiara Armenia.

Sul tappeto, la valorizzazione degli immobili confiscati alla mafia guardando alle iniziative in seno agli interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza.

È stato l’occasione, come voluto dallo stesso prefetto, per fare il punto della situazione sui progetti che le amministrazioni comunali in questione stanno predisponendo per partecipare all’avviso dell’agenzia per la coesione territoriale, guardando allo stesso piano che sotto l’acronimo di “Pnrr”, con termini di scadenza che sono stati prorogati a fine febbraio.

In tal senso il prefetto Armenia ha ricordato che «il piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto trecento milioni per attuare duecento progetti nelle otto regioni del Mezzogiorno – ossia Sicilia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sardegna –  passando per una graduatoria tra i vari progetti il cui obiettivo è valorizzare e rendere a nuova funzione i beni confiscati alla criminalità, attraverso opere di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione e adeguamento

Entrando più nel dettaglio della questione, il capo dell’ufficio territoriale del governo ha evidenziato come i progetti debbano guardare «alla creazione di strutture, residenze sociali e sanitarie, centri diurni, riqualificazione di spazi pubblici per migliorare i servizi sociali per i cittadini, creazione di spazi di incontri socio-culturali per i giovani gestiti da associazioni di volontariato, utilizzo per fini istituzionali, compresa polizia locale e protezione civile».

Lo stesso prefetto Armenia ha poi concluso osservando che «riappropriarsi dei beni sottratti alla criminalità organizzata e reinserirli nel circuito legale per soddisfare finalità sociali e istituzionali significa riaffermare la legalità nei territori di appartenenza spesso privi di spazi e luoghi a servizio della collettività».

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