Caltanissetta – Ieri il presidente dell’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali dr. Agr. Michele Asarisi, e il presidente del Collegio degli Agrotecnici Ing. Ignazio Mauro hanno avuto il primo incontro con in neo Ispettore dell’ Agricoltura di Caltanissetta Dr. Agr. Giuseppe Calafiore.
All’incontro erano presenti il dott. Angelo Failla, responsabile con Posizione Organizzativa dell’UO S7.03, la Dott.ssa Ofelia Lo Valvo responsabile dell’UO S7.01 “affari generali e del Personale” e il responsabile del Piano di comunicazione, informazione e divulgazione dell’ Ispettorato dell’Agricoltura di Caltanissetta F.D. Giuseppe Pesce.
Già al conferimento della nomina con avviso sulla propria pagina Facebook il Presidente ed il Consiglio dell’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali avevano espresso la propria soddisfazione per la nomina del Dott. Calafiore che già conoscevano come dirigente dell’UIA di Mussomeli e che ben conosce la realtà territoriale della provincia di Caltanissetta, infatti, per lungo temp,o si è occupato di danni causate da avvertita atmosferiche e climatiche
L’incontro è stato improntato sulla esigenza rdi prestare un attento interesse al settore agricolo, ai tecnici che lavorano nel comparto agricolo e che sono il front office tra l’amministrazione e gli agricoltori al fine di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Piano di Sviluppo Rurale Sicilia 2014/2020.
L’ing. Di Mauro ha iniziato affermando “sappiamo di bussare ad una porta aperta” riferendosi alla diponibilità del dott. Calafiore a venire incontro in tutti i modi agli agricoltori e ai loro tecnici professionisti al fine di beneficiare degli aiuti comunitari, al fine di consentire uno sviluppo produttivo nel settore agricolo già tanto martoriato dalle avversità climatiche ed ultimamente dall’emergenza corona virus che rendfe addirittura difficile la comunicazione materiale con gli uffici pubblici.
Nell’incontro si sono affrontati gli scenari e le possibilità di sviluppo per l’agricoltura locale dall’Alto Platani alle zone più produttive dalla piana di Gela e Niscemi.
Nella difficile congiuntura economica che stiamo vivendo il settore primario, attraverso la promozione e valorizzazione delle produzioni locali, può ancora riservare opportunità e occasioni di reddito, soprattutto per i giovani.
Sempre più spesso si parla del ritorno alla terra da parte dei giovani, un fenomeno in espansione, sancito anche dai dati dell’Istat che riportano, già da qualche anno, un incremento nel numero di occupati in agricoltura. Questo trend, almeno in parte, è una conseguenza del fatto che l’agricoltura, essendo un settore che assorbe forza lavoro espulsa da altri settori nei periodi di crisi.
Ma non si può negare che un numero sempre maggiore di giovani torni (o approdi) all’agricoltura per una scelta di vita o perché ritiene che il lavoro nei campi sia la strada migliore per realizzarsi professionalmente.
Le politiche nazionali e comunitarie, attraverso premi all’insediamento di giovani in agricoltura, hanno senza dubbio favorito questo processo che, dal punto di vista sociale, e non solo, presenta diversi aspetti positivi, che chiaramente dovrebbero essere accompagnati da sgravi fiscali, mutui a tassi agevolati ecc..
Il neo Ispettore Dott. Calafiore ha sottolineato che dopo aver favorito il ritorno, tuttavia, è doveroso creare le condizioni per garantire una permanenza dei giovani in agricoltura, che sarà possibile solo se verranno affrontati e risolti alcuni nodi che attanagliano da sempre il settore. Primo fra tutti, lo scarso potere contrattuale degli agricoltori, soprattutto a valle delle filiere alimentari. Sarebbe auspicabile che i nuovi agricoltori diventassero sempre più produttori finali di cibo e sempre meno fornitori delle industrie alimentari.
Un elemento, che consentirebbe ai giovani agricoltori di poter navigare senza naufragare nel mare dell’agroalimentare, sarebbe una produzione fortemente identitaria e perciò legata alla biodiversità e alla territorialità, e tenendo conto che i giovani hanno una naturale, maggiore propensione all’innovazione, è fondamentale che essi possano accedere a innovazioni e a tecnologie che permetterebbe loro di sottrarsi a una competizione legata unicamente al prezzo, in un mercato sempre più globalizzato.