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Padre Tuzzeo lascia la guida di Cristo Re. Il ringraziamento dell'”allievo” Don Calogero Orifiamma

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Mussomeli – E’ stato il suo padre spirituale, il suo parroco e oggi , da uomo che indoss l’abito talare, ha voluto tratteggiare l’attività e l’importanza di  Padre Tuzzeo che, dopo decenni, lascia la guida di Cristo Re. Don Calogero Orifiamma, missionario a Taiwan, ha impugnato la penna e ha condiviso alcune considerazioni sul presbitero che lo ha guidato e accompagnato durante la scoperta della vocazione .

Riflessioni di getto in una notte taiwanese.

Con questa mia volevo anche io esprimere la mia gratitudine al nostro amato padre parroco che per tanti anni ci ha guidato nel cammino della vita e della Fede!
Scrivere qualcosa non è stato facile, ma la Parola di Dio e la preghiera mi hanno aiutato. La personalità originale, poliedrica, di padre Tuzzeo non si presta a incasellamenti particolari perché lui è stato tutto fuorché quello che altri avrebbero voluto che lui diventasse o fosse! In parole povere lui è rimasto sempre se stesso, un uomo diventato prete con quella caparbietà che è propria dei profeti che hanno parresia (e oggi che tanti pastori fuggono davanti ai lupi  ce n’è tanto bisogno …) del resto: “Gratia non tollit naturam sed perficit “. Con il profeta Isaia possiamo dire che il presbitero Salvatore nostro fratello maggiore è stato come il profeta che ha creduto che: “Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come la pietra, sapendo di non restare deluso” (Is 50,7). A motivo di questo il Signore gli ha dato un ministero fecondo, gli ha dato di costruire la Chiesa, vocazioni, il complesso parrocchiale, ecc; ma soprattutto la comunità viva di pietre vive perché “Petra autem erat Cristus”. Infatti ci ricorda San Paolo: “Stringendovi a lui pietra viva, rigettata dagli uomini, ma preziosa e scelta è preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo “ (1Pt 1,4-5) Questa è la Parola che racchiude le direttrici del suo parrocato a “Cristo Re” in mezzo a noi; del resto pur formandosi prima e dopo il Concilio Vaticano secondo è stato da una parte fedele alla sana tradizione della Chiesa, ma dall’ altra parte aperto alle novità dello Spirito senza rimanere mai in schemi atrofizzati che non hanno da dire più nulla all’uomo di oggi specie nel contesto della società attuale:” liquida”o per meglio dire “gassosa”con il cambio epocale che stiamo vivendo! Diciamo che ha coniugato benissimo Istituzione e Carisma; da questo la scelta preminente di curare i due spetti della vita del Cristiano che ci fanno incontrare Dio, Parola di Dio con la relativa “Tuzzeniana potente predicazione” e i Sacramenti con la preferenza del più grande, il Corpo è il Sangue di Cristo la Santissima Eucarestia. La liturgia con il suo essere “pizzaru” per ornare con cose belle la sua sposa. I malati e i poveri hanno avuto un attenzione particolare, i bambini, i giovani, la devozione alla Madonna Santissima; insomma Dio sa quindi non voglio perdermi in panegirici di circostanza del resto lui ci conosce!
Ti esprimo il mio grazie personale ma anche di tutta la realtà parrocchiale che hai fondato è fatto crescere, in modo particolare da tutti i fratelli e le sorelle del Cammino Neocatecumenale da te sempre serviti con la gioia contagiosa che ti ha sempre contraddistinto.
Non a caso la lettura della Solennità di Pietro e Paolo  ci/ti dice:” Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2Tm4,7) Ti auguro lunga vita e salute, ricordati che ha finire è il parrocato tra noi, inizia un nuovo modo di servire la Chiesa, un prete non va mai “in pensione” (makari a mari si) basta essere aperti alla “fantasia dello Spirito Santo” quindi il mio augurio finale lo prendo dal Salmo 92: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti saranno vegeti e rigogliosi” ti chiediamo anche perdono per le volte che ti abbiamo fatto “tribolare”ma in fondo ti abbiamo voluto un gran bene sperando di essere per te come frecce in mano a un eroe beato chi ne ha piena la faretra.

Tuo Calogero Orifiamma, presbitero missionario di Cristo

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