Caltanissetta – Lo hanno massacrato di botte per aver tentato di difendere il cognato che aveva avuto un diverbio con uno di
loro. E lo avrebbero pure investito con l’auto, per bloccarlo e poi pestarlo a sangue facendolo finire in ospedale, a Palermo.
Per questo assalto del “branco”, in quattro sono stati riconosciuti colpevoli dal giudice Giuseppina Chianetta, altri tre no.
La condanna a 2 anni e 4 mesi ciascuno è piovuta sul capo del trentaduenne Loris Cristian Leonardi, del trentaquattrenne Michael Stephen Castorina e di Giuseppe e Orazio Bellia, zio e nipote di cinquantottenne il primo, ventinovenne l’altro.
In più dovranno pagare una provvisionale di duemila euro e dovranno risarcire anche la parte civile, il trentottenne di origine romena, Florin Guriuc ma che vive da tantissimo tempo a Riesi. L’entità dell’indennizzo verrà stabilita in un successivo processo di natura civile.
Assolti, di contro , il cinquantaseienne Mario Cateno Leonardi e il trentunenne Cristian Ivan Leonardi, padre e figlio di 56 e 31 anni e il trentunenne Antony Castorina.
Lesioni aggravate dai futili motivi e il solo Giuseppe Bellia anche il porto di armi od oggetti atti ad offendere, le contestazioni mosse a carico dei sette – assistiti dagli avvocati Carmelo Terranova, Giada Faraci, Giovanni Sanfilippo e Calogero Buscarino – e per quali l’accusa aveva le condanne ad eccezione che nei confronti di Antony Castorina per il quale era stata proposta l’assoluzione.
La violenta vicenda risale alla notte tra il 26 e il 27 giugno di otto anni fa. È stato allora che davanti un club il malcapitato sarebbe stato schiaffeggiato per avere tentato di difendere il cognato che aveva avuto una lite con uno del gruppo.
L’aggredito è riuscito in un primo momento a fuggire, ma lo hanno inseguito in auto e investito pur di bloccarlo. E mentre era ancora per terra lo hanno riempito di botte, colpendolo pure alla testa con il manico di una zappa.
Il ferito è stato poi trasferito all’ospedale al «Villa Sofia-Cervello» di Palermo per diversi traumi riportati soprattutto al capo.
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