Caltanissetta – Il sistema era quello noto come “cavallo di ritorno. Ossia prima il furto e poi la richiesta di soldi per restituire quanto rubato. In questo caso si trattava di ciclomotori. E il giro sarebbe stato non indifferente.
E alla fine per questo sistema facile per fare soldi, in tre – non i soli coinvolti in questa inchiesta – sono stati condannati.
Sono – seguendo un ordine secondo entità della pena, Salvatore Alma con la condanna a tre anni, un anno e nove mesi a Giovanni Di Maggio e otto mesi e Giuseppa Morinello, coinvolti a vario titolo in questa vicenda.
L’indagine della polizia è scattata sull’onda di una catena di furti di ciclomotori nell’area del Gelese, soprattutto nelle zone della movida e sul lungomare.
Lì venivano rubati i ciclomotori e poi i proprietari venivano contatti per proporre loro la restituzione in cambio di quattrini. E la quasi totalità di loro, secondo la tesi investigativa, avrebbe pagato.
A carico dei tre, ma anche degli altri imputati giudicati con riti differenti, gli investigatori hanno raccolto diverse intercettazioni telefoniche.
Poi quella sospetta gang, formata da tutti giovani, è stata smascherata dalla polizia e per tutti è arrivata la condanna. Adesso per altri tre ragazzi.