Caltanissetta – Colpevole era e colpevole resta. Con la stessa pena che gli è stata inflitta in appello. Nell’ultimo passaggio in aula la Cassazione ha confermato il precedente verdetto emesso nei confronti dell’istruttore di guida ventinovenne Andrea Nicosia , condannato a cinque anni e quattro mesi per omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime.
Imputazioni legate alla tragedia della strada che poco più di cinque anni fa ha provocato la morte del sedicenne di Gela, Angelo Scalzo e del cinquantunenne riesino Giuseppe Danese, mentre altri due ragazzi sono rimasti feriti.
La Cassazione, adesso, ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’imputato, così da rendere definitiva la condanna che gli era stata comminata in appello una decina di mesi addietro. Mentre in primo grado era stato condannato a sette anni e quattro mesi.
L’incidente mortale è avvenuto il 16 novembre di sei anni fa lungo la strada statale 626, la Caltanissetta-Gela. L’istruttore di guida era in auto con il sedicenne poi deceduto, la sorella e un’altra passeggera. I ragazzi avevano appena sostenuto l’esame di guida a Caltanissetta.
Ma d’improvviso, secondo la tesi accusatoria, la Peugeot guidata da Nicosia avrebbe invaso la corsia opposta proprio nel momento in cui, dall’altra parte, stava sopraggiungendo una Y10 guidata da Danese. L’impatto è stato violentissimo.
E tanto Scalzo, quanto il guidatore della Lancia hanno perso la vita. Alle parti civili, rappresentate dall’avvocatessa Rita Parla per Giesse Risarcimento Danni, è stato riconosciuto il diritto a un indennizzo.