Caltanissetta – Sono ritenuti la regia di un sequestro di persona allo scopo di estorcergli soldi. Anche se nella fase successiva dell’inchiesta l’imputazione relativa al sequestro è poi caduta.
E ora in due sono chiamati alla sbarra, il quarantenne imprenditore nisseno Matteo Allegro e il suo ex braccio destro, il trentanovenne Marco Angotti – difesi dagli avvocati Dino Milazzo e Sergio Iacona – per rispondere di estorsione aggravata dai metodi mafiosi. Annullata la parte relativa al rapimento.
Nel primo grado del giudizio sono stati condannati a 4 anni ciascuno, oltre al pagamento di un risarcimento dei danni in favore del quarantunenne, Vincenzo F. – assistito dall’avvocato Alfredo Danesi – ex steward della compagnia aerea Ryanair. È lui che sarebbe stato al centro dell’estorsione.
Un primo dossier a carico dei due era già stato aperto, ma poi è andato in archivio. A dargli nuova linfa, diverso tempo dopo, sono state le rivelazioni di un allora neo giovane collaboratore di giustizia nisseno, Elia Di Gati.
La vicenda al centro del procedimento d’appello che sarà, ruota attorno un presunto rapimento di cui l’assistente di volo sarebbe stato vittima.
Secondo il suo racconto reso successivamente agli inquirenti, una sera di settembre di dodici anni addietro sarebbe stato prelevato a forza durante una festa – ruolo questo non rivestito dai due attuali imputati che sarebbero stati solo gli ideatori – per poi essere tenuto prigioniero in casa una notte intera.
Lo avrebbero inoltre minacciato, per ore e ore, perché consegnasse cinquemila euro e un pc portatile. E alla fine avrebbe ceduto a quelle pressioni