Caltanissetta – Sconto di pena per due presunti militari infedeli che avrebbero girato “soffiate” a un boss della mafia nissena. Al capomafia gelese Salvatore Rinzivillo in particolare che è stato condannato a dieci anni di carcere.
Ora, in appello, è arrivata solo per i due carabinieri una riduzione della pena che era stato loro comminata al termine del primo grado del giudizio. Nulla per boss di Cosa nostra legato alla “famiglia” Madonia di Vallelunga.
I militari Cristiano Petrone di 49 anni e Marco Lazzari di 52 sono stati adesso condannati in appello, rispettivamente, a sei anni e undici mesi e sei anni e un mese, con uno sconto di un paio di anni a testa sulla precedente condanna. E, soprattutto, nei loro confronti è caduta l’accusa di avere favorito l’associazione mafiosa. Cosa nostra in particolare.
Secondo l’impianto accusatorio della direzione distrettuale antimafia nissena, i due avrebbero illecitamente passato sottobanco informazioni al capomafia gelese attingendo all’archivio riservato delle forze dell’ordine, ma anche documenti pure quelli riservati.
Un intreccio di tipo corruttivo quello che avrebbe ipotizzato l’accusa tra le pieghe di un’inchiesta che s’è divisa in più rivoli e che s’è catalizzata sui presunti affari sporchi del clan Rinzivillo ben oltre i confini isolani.