Lascia il carcere per andare agli arresti domiciliari. È uno dei coinvolti nell’indagine dei carabinieri su un traffico di droga nell’area del Vallone e che nel marzo scorso ha fatto scattare quindici arresti, quattordici dei quali in carcere e uno ai domiciliari.A lasciare la cella è il quarantaduenne di Favara, Antonio Puma – assistito dall’avvocato Salvatore Baiamonte – che al termine del processo di primo grado è stato condannato a 2 anni, 4 mesi e 4 mila euro di multa per spaccio di stupefacenti, di cui otto mesi già scontati nella casa circondariale «Petrusa» di Agrigento. Per lui l’accusa aveva proposto la condanna a cinque anni di reclusione e tremila euro di multa.Ora il giudice Santi Bologna, accogliendo l’istanza avanzata della difesa che, peraltro, ha preannunciato la rinuncia all’appello con un ulteriore sconto di un sesto sulla pena, ha concesso a Puma i domiciliari con il braccialetto elettronico.È stato tirato in ballo per movimentazione di droga, nel Vallone compreso. Più in dettaglio sono tre gli episodi di spaccio che gli sono stati contestati dalla procura nissena tra la fine del 2019 e la metà dell’anno successivo.Più in dettaglio, dalle indagini dei carabinieri, sarebbe emerso che nel dicembre del 2019 avrebbe ceduto un panetto di hashish , poco dopo, nel gennaio del 2020, avrebbe smerciato ancora hashish e pure una sessantina di grammi di marijuana e, infine, nel maggio di tre anni fa, a Sutera, avrebbe venduto un chilo di “erba”. Queste le contestazioni che hanno fatto scattare l’affermazione di colpevolezza suo carico. Ma adesso, come chiesto dalla difesa, sconterà il resto della pena in casa.