Caltanissetta – In sette sono finiti in trappola per un fallito agguato di sette mesi fa. Scattato ai danni dei fratelli Ritano per una faida tra famiglie coinvolte in una lotta per il predominio sul territorio.
Divisi da forti contrasti per la spartizione dei guadagni legati a una serie di furti messi a segno a Gela. Una vera e propria «catena di violenza tra famiglie rivali protese all’allargamento delle rispettive aree di influenza», secondo gli stessi inquirenti.
E sono state sette le ordinane di custodia cautelare emesse dal gip per un fallito agguato che risale all’ottobre dello scorso anno.
Destinatari dei provvedimenti – di cui quattro in carcere e tre ai domiciliari – sono stati Antonino Raitano Tony, Ruben Raitano, Giacomo Tumminelli, Giovanni Simone Alario, Vincenzo Trubia, Giuseppe Trubia e Rosario Trubia.
Tutti al centro di una indagine dei carabinieri della sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile di Gela, che hanno anche eseguito il blitz, sotto il coordinamento della procura.
le accuse, a vario titolo, sono di tentato omicidio, rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni personali aggravate, ricettazione, favoreggiamento personale, favoreggiamento reale, minacce aggravate e violazione delle prescrizioni imposte con la sorveglianza speciale.
È alla sera del 2 ottobre scorso che risale il conflitto a fuoco tra gruppi contrapposti: da un alto i fratelli Raitano e dall’altro i Trubia.
L’indagine che ne è poi derivata avrebbe anche dimostrato che alcuni degli indagati avrebbero avuto a disposizione anche armi.
Sono state alcune intercettazioni, soprattutto nei confronti di Antonino raitnao, a dare una netta sterzata alle indagini, consentendo di raccogliere elementi preziosissimi.
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