Caltanissetta – Niente sconti pena per presunte sponsorizzazioni fantasma per un gruppo sportivo. Gli stessi che sono stati indicati dagli inquirenti come furbetti per ingannare il fisco.
Confermate, senza variazioni, le quattro condanne che sono state inflitte l’estate scorsa in primo grado
Ora come allora, la pena più severa, con due anni di carcere, è rimasta immutata per Mario Invincibile a quel tempo tra i vertici della Heraclea Volley, società sportiva attorno a cui ruoterebbe il presunto giro di false fatturazioni.
A seguire, secondo un ordine decrescente delle pene comminate, Salvatrice Caffo con un anno e nove mesi, Salvatore Smecca con un anno e sette mesi e, chiude il quadro, Massimo D’Andrea con diciotto mesi di reclusione.
È il verdetto emesso dalla corte d’Appello di Caltanissetta che ha condiviso il teorema accusatorio e non la linea difensiva secondo cui, invece, non vi sarebbe stata alcuna irregolarità e quella dazioni di denaro sarebbero avvenute alla luce del sole per reali fini pubblicitari.
I fatti finiti al centro del fascicolo processuale, già passato per due gradi del giudizio, è legato a presunte sponsorizzazioni che, secondo gli inquirenti, sarebbero state assolutamente fittizie. Il periodo di riferimento è risalente a undici anni addietro e per i tre peridi d’imposta successivi
Un espediente che sarebbe stato adottato, per l’accusa, soltanto per ottenere agevolazioni fiscali da parte dei presunti sponsors
Ad insospettire gli investigatori sarebbe stato l’elevato pacchetto di sponsorizzazioni in favore della società di volley. Assai più ampio rispetto alla media di mercato. E, peraltro, altro passaggio che è stato focalizzato dall’accusa, quei soldi sarebbero stati subito prelevati.