Home Cronaca Traffico di cocaina, chi si difende e chi fa scena muta

Traffico di cocaina, chi si difende e chi fa scena muta

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Caltanissetta – È la via del silenzio che hanno scelto. Così il manipolo di sospetti pusher finiti nelal rete dei carabinieri tra le pieghe dell’inchiesta ribattezzata «River».

Solo qualche dichiarazione spontanea, giusto per respingere le accuse, ma per il resto tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Uno soltanto di loro, il quarantunenne nisseno Michele Ventura – assistito dell’avvocatessa Maria Francesca Assennato –  ha lasciato il carcere per andare agli arresti domiciliari.

L’ex custode di una villa di Caltanissetta, il cinquantunenne Giuseppe Fiume e la compagna, la trentunenne Desirèe Maria Federica Gangi – assistiti dall’avvocato Davide Schillaci) – non hanno totalmente risposto così come il trentunenne Maurizio Manuel Santoro e il ventottenne  Eros Fabrizio Fiume di 28 anni – assistiti dall’avvocatessa Manuela Micale –  il primo cognato, l’altro figlio di Giuseppe Fiume. In silenzio anche il ventisettenne Mario Ragusa – assistito dall’avvocato Giuseppe Dacquì – genero di Giuseppe Fiume e che sarebbe divenuto, secondo l’accusa, un po’ la guida della presunta rete organizzata di trafficanti di droga. S’è solo limitato a ribadire «di non fare parte dell’organizzazione»

S’è difeso con dichiarazioni spontanee, Alessandro Fiume – assistito dall’avvocato Giuseppe Iacuzzo –  sostenendo di non conoscere i fornitori di droga catanesi e di non avere fatto parte dell’associazione. Il riferimento ai grossisti catanesi è per il quarantenne Isidoro Di Stefano, il quarantunenne Emanuele Cosimo Tringali e il cinquantenne Santo Puglisi.

Ad eccezione di Santoro che è stato tirato in ballo per spaccio e furto di una slot machine, gli altri sono accusati di associazione a delinquere finalizzato al traffico di cocaina.

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