Caltanissetta – In aula ha ricordato ogni attimo di quei momenti drammatici, fin quando è spirato tra le sue braccia. Un racconto a tratti anche toccante quella della donna che, dopo l’accoltellamento, ha tentato di tamponare la ferita mortale inferta all’operaio cinquantunenne Marcello Tortorici. Fino a quando il suo cuore s’è fermato per sempre e lei è scoppiata in un naturale pianto.
È stata una delle testimonianza dirette di quel delitto al processo che vede alla sbarra ventitreenne nisseno Kevin Fiore – assistito dall’avvocato Calogero Buscarino – accusato di omicidio aggravato dai futili motivi, oltre che di rissa, lesioni e porto di coltello.
La donna in aula ha ripercorso, passo dopo passo, ogni istante di quella tragedia subito dopo l’accoltellamento. Fasi , quelle dell’omicidio, che peraltro sono state mostrate in aula perché immortalate da telecamere di videosorveglianza della zona.
Altra testimonianza nodale è stata quella resa da un ragazzo, figlio di uno dei coinvolti nella rissa e controparte dei Fiore, la cui figura è in qualche modo al centro. Perché tutto sarebbe partito – secondo la ricostruzione accusatoria – da contrasti legati a una questione sentimentale che avrebbe coinvolto lo stesso Fiore, la sua fidanzata e il ragazzo che adesso ha testimoniato, ex fidanzato della stessa giovane. . Tra i due ragazzi, in precedenza, v’era stata una lite davanti una sala giochi e ad avere la peggio era stato proprio il giovane adesso citato come teste.
Lo stesso che ha riferito che la vittima e suo fratello Massimo sarebbero stati chiamati lì dai Fiore per un chiarimento, che poi è degenerato in quell’aggressione fatale, con quel micidiale fendente che il ventitreenne – per l’accusa – avrebbe sferrato prendendo Tortorici alle spalle
I familiari della vittima, nove in tutto – assistiti dagli avvocati Mariangela Randazzo, Ernesto Brivido, Davide Schillaci, Manuela Mica e Giuliana Di Prima – sono parti civili.