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Vale davvero la pena provare ad entrare nel mondo della programmazione?

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L’importanza strategica di una preparazione nel campo della programmazione è innegabile ed è confermata ogni giorno da percentuali che indicano che le aziende – a prescindere dalle dimensioni – non possono fare a meno di figure professionali di questo tipo per proporsi al meglio in quello che è il mercato globale. Per accedere alla professione non è necessario seguire un percorso di tipo universitario ma è sufficiente optare per un corso specialistico come quelli proposti da Aulab, che permettono di costruire delle basi tecniche utili a proporsi concretamente sul mercato del lavoro, grazie a una didattica che valorizza l’aspetto pratico. Chi sa cos’è un linguaggio di programmazione e sa utilizzare questo tipo di strumenti informatici con competenza, oggi ha la possibilità di avere un biglietto da visita importante da spendere per costruire una carriera da protagonisti in ambito informatico.
Ecco perché lanciarsi nel mondo della programmazione è un’idea da prendere in considerazione

Opportunità lavorative in continuo aumento

Ne abbiamo fatto cenno in apertura, ma vale la pena ribadire il concetto: il settore della programmazione a livello occupazionale non conosce crisi e nei prossimi anni le percentuali – già superiori a qualsiasi altro mercato del lavoro – sono destinate a crescere ulteriormente, grazie soprattutto alla centralità di internet. Questo significa che chi ha una preparazione tecnica ed è motivato ad emergere in un settore decisamente competitivo, non potrà che realizzare i propri sogni.

Flessibilità ai massimi livelli

Non è detto che chi ha una preparazione di livello come programmatore debba per forza lavorare all’interno di un’azienda del settore. Questo è un ambito che offre il privilegio di lavorare da casa sfruttando la rete e potenzialmente da ogni angolo del mondo, anche a migliaia di chilometri dal committente. Un tipo di flessibilità che permette di impostare il proprio palinsesto lavorativo a proprio piacimento e che a livello di opportunità, apre scenari davvero infiniti non più limitati a livello locale ma riferibili al mercato globale. Delle conoscenze di inglese – la lingua ufficiale del coding – può sicuramente agevolare il compito a livello comunicativo, ma in linea di massima la cosa importante è che siano i codici su cui si è lavorato a dover parlare. 

Il coding è anche creatività

L’idea distorta che il coding sia soltanto creazione fredda e meccanica di codici non deve fuorviare e disincentivare chi si appresta a cimentarsi nello studio delle materie più importanti della programmazione. Alla base del lavoro dello sviluppatore ci sono certo le capacità di operare in maniera schematica, ma lo spazio lasciato alla creatività è comunque importante e permette di far uscire i professionisti dei codici dall’ottica dei meri esecutori. Come in ogni ambiente lavorativo, per raggiungere livelli elevati occorre tanta passione e anche nella programmazione è possibile unire la competenza a lati personali che dall’esterno potrebbero apparire inapplicabili. 

Ogni giorno una sfida nuova

Ci sono persone che amano lavorare in maniera ripetitiva e in automatico, ce ne sono altre che invece alla sola idea di diventare quasi un automa rabbrividiscono. Non avere davanti un quadro preciso della situazione può essere frustrante e allarmare, soprattutto se non si hanno la calma e le competenze per affrontare gli imprevisti, ma per chi invece ama i nuovi stimoli e le sfide, la programmazione è un vero e proprio paese dei balocchi. Ogni lavoro presenta nuovi scenari e problemi che dovranno essere risolti per raggiungere l’ambita meta: un software funzionante e performante che non necessiti di interventi ulteriori per soddisfare le richieste di chi quel programma lo ha richiesto. Ma gli stimoli arrivano anche dalla necessità di doversi aggiornare di continuo per rimanere al passo con le innovazioni offerte dal mondo tecnologico, o per provare a reinventarsi in una delle tante nicchie del settore. 

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