Campofranco – «Fu Domenico Vaccaro a ordinarne l’uccisione per vendicare la morte del fratello Lorenzo». A sostenerlo è stato l’ex boss di Vallelunga Ciro Vara deponendo al processo a carico dello stesso «Mimì» Vaccaro e il milenese Carmelo Sorce – assistiti dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Cinzia Bellomo – alla sbarra in Assise.
Sono stati tirati in ballo, a vario titolo, Vaccaro per il delitto del montedorese Gaetano Falcone, e Sorce per l’uccisione di Salvatore Randazzo, pure lui di Milena.
«Falcone era una scheggia impazzita e si era alleato all’ala corleonese di Vito Vitale», ha aggiunto lo stesso Vara, riferendosi allo stesso Gaetano Falcone ucciso nel giugno del 1998, cugino del capomafia di Montedoro sospettato – secondo una prima ricostruzione investigativa – di avere fornito il placet all’eliminazione del parente. Anche se questa teoria è stata poi seccamente smentita dai suo legali
Per quanto riguarda, invece, l’agguato al ventisettenne di Milena, Salvatore Randazzo, assassinato nel gennaio del 1998, lo stesso Vara ha asserito che «non è stato un delitto di mafia, ma è stato ucciso per questioni sentimentali».
Una chiave di lettura del movente che coincide con la tesi degli inquirenti., secondo i quali la donna sarebbe stata fidanzata con l’imputato e, mentre questi si trovava in carcere, avrebbe avuto una relazione con la vittima.
Il giovane è stato raggiunto prima da alcuni colpi di pistola al torace e poi, mentre tentava la fuga è stato raggiunto dal sicario e, quando era già pet terra, lo hanno finito con un colpo di grazia.
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